Sono più di 70 anni che si parla dell'Autostrada della Valtrompia
«Nel convegno dell’ottobre scorso convocato a Tavernole dall’Ente provinciale per la Montagna bresciana fra i diversi argomenti venne trattato anche quello delle comunicazioni fra la Val Trompia e Brescia. In quella riunione l’Ente Montagna (datata ottobre 1951 ndr) propose lo studio di una nuova via di comunicazione fra Gardone Val Trompia e il capoluogo della provincia».
Inizia così l’articolo di apertura della «quarta pagina» del Giornale di Brescia uscito in edicola il 27 aprile 1952. E, calcolatrice in mano, sono perciò più di 70 anni, 71 per l'esattezza, che si parla dell’autostrada della Valtrompia.
«Allo studio la costruzione dell’autostrada Brescia-Valle Trompia» titolava infatti l’edizione storica del GdB e, sebbene dicitura (ora parliamo di raccordo), tracciato e soprattutto costi siano cambiati nel tempo, lo scopo rimane sempre lo stesso: dare respiro a una valle che per conformazione orografica e per vigorosa natura industriale da sempre soffre la chiusura in uno stretto corridoio naturale.
Ma andiamo per ordine. Se è nel 1952 che per la prima volta si parlò dell’opera, la sua prima «teorizzazione concreta» porta un’altra data, quella del 16 giugno 1967. «Ecco un’opera pubblica che sta maturando in silenzio, alla svelta e sul concreto: tre condizioni rare nei tempi che corrono. Parliamo dell’autostrada Brescia-Crocevia Lumezzane» recita l’articolo dell’epoca, con parole che suonano a noi contemporanei, quasi 60 anni dopo, ironiche.
Eppure quei «Venti chilometri di ossigeno» (questo il titolo dell’articolo) erano già chiari nelle menti dei loro ideatori, «Provincia, Comune, i sindaci dell’area interessata, esponenti degli enti economici, alcuni tecnici ed esperti di traffico, qualche industriale», un tracciato che dal casello di Brescia Ovest arrivava fino a Ponte Zanano con innesto diretto dalla tangenziale Ovest, dal Crocevia di Lumezzane e un pezzo di viadotto per l’attraversamento dell’abitato di Villa Carcina.
Cosa è rimasto
Come già si diceva però il percorso è radicalmente cambiato rispetto ai disegni originari, tant’è che la dicitura autostrada si è trasformata in raccordo. Questo perché rispetto all’iniziale volontà infrastrutturale si è giunti a ben altri numeri. La bretella attualmente in costruzione, per la realizzazione della quale è stato nominato dal Governo nel maggio 2022 un commissario straordinario (Eutimio Mucilli), rappresenta solo il primo lotto del complessivo raccordo che dovrebbe estendersi fino a Lumezzane.
Questo tratto iniziale sarà lungo 6,7 chilometri, tra Concesio e Sarezzo, e prevede la galleria artificiale San Vigilio (lunga 490 metri), due ponti sul Mella e due sui torrenti Faidana e Valgobbia, due viadotti e la lunga galleria (3,5 chilometri) da Villa Carcina a Sarezzo, con svincolo fino all’imbocco della Valgobbia, L'attuale stato di avanzamento «non va però oltre il 12%, - la critica mossa da Massimo Ottelli, presidente della Comunità Montana di valle Trompia -, nonostante il via all’intervento risalga ormai a 4 anni fa»
Il costo stimato per questo primo lotto, escluso il collegamento con la Valgobbia, è di 258,59 milioni di euro al 30 aprile 2023: i lavori sono affidati alla ditta Salc che ha vinto l’appalto indetto da Anas (Azienda nazionale autonoma delle strade) e che il 19 luglio 2018 ha siglato ufficialmente il contratto. I canitieri sono invece stati affidati nel 2021.
E nonostante l'impianto complessivo abbia subito un forte ridimensionamento, aziende e Amministrazioni pubbliche lo reputano ancora fondamentale per alleggerire dal traffico il tratto iniziale della Sp345 delle «Tre Valli» e fornire una nuova ed efficiente via di comunicazione per le oltre 8mila aziende presenti che danno lavoro a circa 33mila persone, su una popolazione residente di più di 110mila cittadini.
La lettera delle associazioni di categoria
Un'opera quindi fondamentale per la valle così come per l'intero Bresciano, destinata però a dover scontare ancora un'atavica lentezza. Quel 12% di realizzazione rimarcato da Ottelli pesa infatti come un macigno, tant'è che il 13 luglio 2023 i presidenti di quattordici associazioni di categoria della nostra provincia hanno inviato al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, e per conoscenza ai parlamentari bresciani, una lettera dai toni cordiali ma categorici.
«Egregio Signor Ministro, per il territorio bresciano il raccordo autostradale della Valtrompia rappresenta un’opera essenziale per la mobilità di persone e di merci all’interno della provincia - si legge nella missiva -. Non abbiamo però visibilità del cronoprogramma, la cantierizzazione dell’opera, anziché accelerare, rallenta. Nel frattempo, la comunità assiste a questa inerzia e subisce i danni della mancata realizzazione dell’opera». L'invito rivolto al ministro è perciò quello «a prendere direttamente visione dello stato dell’arte del cantiere in essere, visitandolo quanto prima. In quell’occasione, inoltre, auspichiamo che vogliate e possiate presentare il succitato cronoprogramma delle attività di cantiere e la relativa calendarizzazione alla Comunità territoriale e a tutte le nostre Categorie economiche».
Perchè la Valtrompia è 70 anni che aspetta questa infrastruttura e di certo i suoi abitanti e le sue imprese hanno già attinto abbondantemente alle scorte di pazienza.
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