Serenate e piccole bugie: c’era una volta il corteggiamento

Disponibili su You Tube i video con i ricordi dei cittadini di Lumezzane inerenti le nozze e gli anni di fidanzamento
I corteggiamenti di una volta a Lumezzane
AA

In Valgobbia è tempo di rispolverare i ricordi degli anni di fidanzamento e i vecchi album di nozze. I matrimoni sono infatti il nuovo tema del progetto «Ghìra na òlta Lumezzane e le sue storie», voluto dalla Consulta culturale che ha fatto appello alla memoria dei lumezzanesi per realizzare una serie di video disponibili su YouTube.

«L’idea della consulta culturale è ottima - sottolinea il sindaco Matteo Zani -. La consulta, voluta da noi, sta producendo i primi risultati. Non è semplice essere tutti d’accordo su alcuni progetti, ma per "Ghìra na òlta Lumezzane" mi risulta ci sia stata l’unanimità».

«È un progetto - prosegue il primo cittadino - legato alla storia di cui il nostro territorio va fiero. Le tradizioni ormai perse se vengono raccontate tornano ad essere attuali. Questo progetto di memoria permette di recuperare alcuni valori che si rischia di mettere in disparte». Quello che è certo è che le produzioni visibili digitando sul canale YouTube, «Ghira na olta» confermano che il mondo è completamente cambiato.

Oggi fa ridere pensare che due fidanzati adolescenti per uscire debbano essere accompagnati da una sorella o da un parente, se non dalla stessa mamma della ragazza. Ma poi, si sente raccontare, «davamo i soldi per il gelato a chi ci accompagnava e riuscivamo a restare soli».

Attraverso i ricordi di due valgobbini che stanno insieme da 70 anni (quattro di fidanzamento e 66 di matrimonio) si riscopre anche cosa c’era una volta in Valgobbia, con l’albergo in via Industriale che ospitava i pranzi di matrimonio che oggi è abbandonato. Nei primi anni ’50 sono stati introdotti gli abiti di colore bianco per la sposa.

«Prima di dare un bacio passavano dei mesi - aggiunge Enzo Saleri, storico locale -. Ci caratterizzava il romanticismo. Quelli che sapevano cantare, andavano a fare le serenate alle ragazze nascoste dietro le tende di casa. Se la tenda si muoveva, si capiva che la ragazza era interessata. Se al contrario tutto stava fermo, allora era inutile continuare a sperare».

I luoghi d’incontro dove nascevano le amicizie erano gli oratori. In particolare ci si vedeva dopo le funzioni religiose, il termine dei vespri era uno dei momenti più attesi per incontrarsi fuori dalla chiesa. In maggio la scusa per uscire era quella di andare a vedere i maggiolini ( le «fanfogne» in dialetto), con l’obiettivo invece di incontrare la propria amata al termine del rosario. Orario fissato per il rientro le 22: quello in cui ora, al contrario, si comincia ad uscire nei weekend.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato