Senza casa e lavoro, Enrico e Antonello vivono al cimitero

Due storie di solitudine ed emarginazione. Il Comune: «Pronti a percorsi di reinserimento»
Il cimitero di Villa Carcina
Il cimitero di Villa Carcina
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Enrico Gavazzi ha 42 anni, Antonio Pirroni ne ha 57: entrambi vivono ai margini del cimitero di Villa Carcina.
Enrico ha per ricovero notturno un angolo del cimitero di Villa, senza letto, cartoni e cellophane a far da coperte. Ad Antonio, invece, le cose vanno leggermente meglio: a fargli da tetto una cantina dal soffitto a botte, la sede di Rifondazione Comunista di Carcina.

A denunciare la loro situazione è l'ex consigliere di rifondazione, Marsilio Gatti, che parla «profughi nel loro comune». «Non hanno casa e lavoro, non sono tossicodipendenti, nè delinquenti - ha detto ancora -, non hanno problemi psichiatrici, non sono immigrati o profughi».

L'Amministrazione di Villa Carcina però non ci sta a essere messa sul banco degli imputati e respinge le accuse di disinteresse. «Siamo intervenuti più volte - spiega l’assessore ai servizi sociali, Morris Cadei - con varie proposte concrete che alla fine non sono state condivise».

 

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