Se al cimitero precipitano le lapidi
E il mazzetto dove lo metto? Il mazzetto di fiori per ornare le lapidi cimiteriali, ovviamente. La domanda non sembri irriverente, anche perché legittima e assolutamente reale per almeno una cinquantina di lapidi del cimitero unico di S. Apollonio-S. Sebastiano. In questi giorni dedicati ai defunti, la signora Nadia si era recata al camposanto per decorare con fiori e lumi la lapide del nonno. Scesa nel sotterraneo che allinea almeno trecento loculi, con incredulità, sconforto disappunto, in luogo della lapide dell’avo si era trovata davanti una copertura quadrata di plastica. Smarrimento momentaneo, poi l’occhio era corso lungo il corridoio dove sfilano almeno una cinquantina di altre lapidi sostituite con plastica.
Immediato il ricorso al custode: «Stanno cadendo - l’inimmaginabile risposta - soprattutto quelle in quinta fila a causa delle infiltrazioni d’acqua. Ho segnalato il pericolo al Comune e la soluzione per ora è quella di ricoprire il tumulo col ritaglio di plastica». Si dà il caso che il marmo in caduta, pesante almeno una ventina di chilogrammi, abbia sfiorato una signora che stava sotto, per pura buona sorte non colpita dalla lapide. Non pare azzardato affermare che abbia corso un pericolo mortale. Nella caduta le lastre si sono frantumate, trascinando anche i vasi per i fiori ed i lumini. L’umidità affiora visibilmente in tutto il sotterraneo, tanto che le pareti libere dalle tombe si stanno scrostando. Di più, le lampade alimentate elettricamente non risplendono perché l’impianto elettrico salta ogni volta che se ne tenta l’accensione, sempre a causa dell’umidità. La signora Nadia e con essa una cinquantina di altri familiari pensava che la sostituzione toccasse al Comune, ma così non pare. Dunque, chi vorrà togliere la malinconica copertura di plastica dovrà provvedere di tasca propria. Amenoché si trovi un accordo per il quale la spesa non ricada interamente sui privati, anche perché l’umidità si può vincere con opportuni interventi, e qui non ci sono attenuanti di sorta poiché il cimitero è comunale.
Egidio Bonomi
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