Scoprì acquedotto romano, 40 anni dopo tenta di salvarlo

Quarant'anni fa scoprì un acquedotto romano. Da allora tenta di proteggerlo e di recuperarlo. Ma mancano i fondi
  • Villa Carcina, acquedotto romano da salvare
    Villa Carcina, acquedotto romano da salvare
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    Villa Carcina, acquedotto romano da salvare
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Dario Raineri, ex consigliere comunale, scoprì il reperto archeologico, sepolto sotto il suolo di Villa Carcina, nel 1973. In quell’anno, durante i lavori di costruzione di un edificio, venne alla luce un tratto dell’acquedotto. Questo snodo collegava le fonti del Siviano di Cogozzo alle condotte principali dell'Aqua Salsa, l'antico acquedotto del I sec. d.C. che attraversa tutta la Valtrompia, fino a giungere in città.

A nulla servì, però,  avvertire la Sovrintendenza, che bloccò per due mesi i lavori, ma poi tutto venne ricoperto dall’asfalto. Da allora Raineri cerca di proteggerlo da scavi e lavori, ma non è riuscito ancora a portarlo alla luce. L’unico tratto visibile, segnale della sua esistenza, rimane quello custodito dietro una teca di vetro, in una stanza sotterranea del bar Pollon, situato accanto alla provinciale.

“Siamo consci del valore di questo patrimonio – spiega il sindaco Gianmaria Giraudini – ma lavori di quel tipo richiedono spese enormi. Servirebbe uno sponsor, ma in sua assenza, è difficile”.

 

 

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