Sarezzo, la nube "fatto inspiegabile"

Per l’Arpa forse uno sversamento all’origine dell’evento. Difficile individuare il colpevole
Nube anomala: le verifiche
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Uno sversamento nel Gombiera (ma la provenienza resta ignota) una nube, prodotta anche grazie alle temperature elevate, i cui effetti sono stati più evidenti per le attività limitrofe al torrente e al fiume Mella.

Questa l’ipotesi ufficiale dell’Arpa riguardo alla nube anomala ch’è comparsa a Sarezzo nella notte fra il 17 e 18 luglio. Una nube che non avrebbe creato problemi ai residenti e lavoratori «fatto salvo per tre dei cinque che hanno fisicamente visto il fenomeno e che hanno accusato irritazione, pure temporanea, alla gola e agli occhi», ha spiegato il direttore del distretto Asl Lucilla Zanetti ponendo il segno sul coinvolgimento dei medici di base e degli specialisti in medicina del lavoro.

«Si è trattato di un episodio anomalo - ha ribadito il sindaco Massimo Ottelli - che ha presentato ufficialmente gli esiti degli interventi di Arpa e Asl mentre quelli dei Noe sono ancora in corso di svolgimento -, gravissimo, ma che ha i crismi dell’evento accidentale, non di una costante che darebbe origine ad una vera e propria emergenza». Nessun colpevole, quindi, per ora. E forse per sempre. «Considerando - scrive Arpa - anche il tempo intercorso tra l’evento e la segnalazione e quindi l’attivazione alla nostra agenzia». Un dato che rende «praticamente impossibile individuare l’origine del fenomeno».

Il sindaco ha ripercorso passo per passo gli atti che hanno portato alla ricostruzione dell’evento, le corrette procedure rispetto ad un problema che ha interessato officine ed aziende che insistono sull’asta di Mella e Gombiera, interessate dal fenomeno «solo nelle parti rivolte verso i corsi d’acqua», precisa Arpa, che ha posto il segno anche sulla rilevazione delle correnti di quella notte, studiate per fare luce sul fenomeno.

Alla fine solo ipotesi, nessuna certezza. Ma il livello di attenzione «deve innalzarsi al massimo grado - ha ricordato il sindaco - perché le istituzioni non vogliono defilarsi. Bisogna riuscire a realizzare un’inversione di tendenza rispetto alla cultura del fare attività produttiva».

Il fatto che non sia stato segnalato alcun interessamento al fenomeno dell’ambiente circostante, sulla vegetazione e sui prodotti dei numerosi orti lungo i corsi d’acqua, sarebbe indice di una sostanziale non pericolosità. «Anche se ricordiamo che - ha affermato il primo cittadino - è vietato annaffiare gli orti con acqua del Mella . Bisogna usare acqua potabile». Il problema ambientale della Valle passa dunque anche per la qualità dell’acqua del suo fiume, un corso gravemente malato, colpito al cuore dagli abusi dell’uomo.

 

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