Ragazzina presa a calci e pugni, le scuole unite: «Parlare con tutti i nostri ragazzi»

Le immagini delle botte e della tremenda indifferenza di chi assiste alla scena sono rimaste negli occhi e nella mente di tutti coloro che hanno visto il filmato girato venerdì scorso nel sottopassaggio del parcheggio «I Portici» di Gardone. Il giorno dopo lo shock è quello della riflessione.
Capire non solo cosa ci sia dietro alla furia delle due adolescenti che hanno riempito di botte una loro coetanea 14enne, ma anche come abbiano potuto gli altri ragazzi restare zitti e immobili davanti a una scena del genere.
Le reazioni
«Stiamo sostenendo la ragazzina - racconta il dirigente scolastico dell’istituto Carlo Beretta di Gardone Stefano Retali -, che frequenta la nostra scuola al contrario, per fortuna, di chi l’ha aggredita, perché le ferite fisiche fanno male, ma quelle interiori ne fanno di più: vogliamo che rientri presto a scuola e che possa rialzare la testa e, per questo, i docenti sono in continuo contatto con lei e con la famiglia». Prima ancora di puntare il dito contro chi ha aggredito e chi non ha reagito, Stefano Retali guarda a se stesso, al mondo degli adulti in generale. «Questa società l’abbiamo costruita noi, non loro - ha scritto il dirigente in una nota girata ai docenti del Beretta poco dopo l’aggressione -. Ecco perché questi ragazzi vanno aiutati e accompagnati: non bisogna stancarsi di affrontare temi educativi, di fare educazione civica, di ascoltare e di parlare con loro, soprattutto con i più piccoli».
Agli insegnanti Retali chiede di fare ogni sforzo in questa direzione e di elaborare progetti per creare benessere e vere relazioni umane. «Nell’immediato vorrei inoltre che i nostri ragazzi presenti ai fatti e vilmente inerti venissero avvicinati con i loro genitori - aggiunge il preside -, per farli riflettere sulla gravità inaudita dei loro comportamenti».
L’altra scuola
Qualche chilometro più a valle Ersilia Conte, dirigente del Primo Levi di Sarezzo, frequentato oltretutto da una delle ragazze denunciate per il pestaggio, nel nero pesto di questa vicenda riesce persino a trovare uno spiraglio. «Non sarebbe dovuto succedere - afferma -, ma è successo e dobbiamo prendere a esempio quanto accaduto per far riflettere i ragazzi e fare in modo che non accada più». All’istituto saretino sono tanti anni che i dirigenti e i docenti lavorano sull’inclusione e sullo stare bene a scuola. «Alla luce di quanto successo è chiaro però che dobbiamo intensificare e concentrarci su determinati argomenti che lambiscono la didattica pura», spiega.
Ed è con questo pensiero che Conte chiude la sua riflessione. «Non c’è persona che è persa irrimediabilmente, specialmente quando si è così giovani: c’è sempre la possibilità di ricomporre i pezzi della propria esistenza, a maggior ragione a quell’età, dato che sono ancora pochi».
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A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.
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