Profughi a San Colombano, raccolta firme dopo la protesta
Resta alta la tensione e forte è la preoccupazione a San Colombano. Nella piccola frazione che vive di turismo l'arrivo dei profughi è stato percepito come un fulmine a ciel sereno. Complice anche lo scarso preavviso che ha impedito di pianificare e di gestire questa emergenza.
La popolazione è stata così colta impreparata ed è ora fortemente intimorita in primis per le ripercussioni sul turismo. Alcuni villeggianti dopo l'arrivo dei 20 profughi e la manifestazione che ha animato la notte di San Colombano hanno deciso di partire anticipatamente.
Ma la preoccupazione non è solo dei residenti che si sono già affrettati a raccogliere firme dopo la manifestazione che ha visto oltre un centinaio di partecipanti. La paura è anche di chi gestisce l'albergo, struttura della famiglia Cantoni di San Colombano, chiusa dal 2012.
La moglie del titolare ha detto chiaramente che la partecipazione al bando della prefettura era tesa anche a ridare ossigeno all'albergo, ormai chiuso da tre anni, ma che mai si sarebbero aspettati di sollevare un vespaio simile. La paura ieri sera è stata tanta.
Così anche per 20 ospiti ragazzi giovanissimi che vengono dal Ghana dal Bangladesh e dalla Nigeria, imbarcatisi dalla Libia su gommoni, parlano tutti inglese e assicurano di aver avuto paura. Tutti vogliono tornare a Brescia, molti di loro meditano di raggiungere la Germania e altri paesi. A presidiare l'albergo ora restano i carabinieri. E la tensione qui a San Colombano resta alta, tanto che per questa sera è attesa una nuova manifestazione.
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