Profughi a San Colombano, la tensione resta alta

Dopo una giornata di tensione, di nuovo protesta in piazza contro i 20 profughi arrivati a San Colombano
PROFUGHI A COLLIO: SOLLEVAZIONE
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Rabbia e tensione salgono in Alta Valtrompia dove anche il giorno dopo la manifestazione andata in scena sotto l’albergo Al Cacciatore, subito dopo l’arrivo di 20 profughi, il malumore serpeggia. Fuori dal municipio è stata attivata una raccolta firme. All’interno il sindaco Mirella Zanini ribadisce che la situazione è di stallo.

Il pensiero è soprattutto per le ripercussioni che la situazione può avere per il turismo: alcuni villeggianti avrebbero già lasciato la frazione, altri sono in procinto di farlo, come chi ha affittato casa proprio di fronte all’hotel.

L’altro volto della paura è dal lato opposto della strada tra le mura dell’albergo Al Cacciatore della famiglia Cantoni, chiuso dal 2012, dove nel corso della manifestazione spontanea si è temuto il peggio. Lo assicura la moglie del titolare, Raffaella Ghidoni, che non nasconde la paura provata la sera prima, tra lanci di uova, grida e un vetro mandato in frantumi.

  • San Colombano, no ai profughi
    San Colombano, no ai profughi
  • San Colombano, no ai profughi
    San Colombano, no ai profughi
  • San Colombano, no ai profughi
    San Colombano, no ai profughi
  • San Colombano, no ai profughi
    San Colombano, no ai profughi

Neppure loro, i profughi, tutti giovani, tra i 34 e i 21 anni, giunti attraverso la Libia da Nigeria, Ghana e Bangladesh dopo viaggi della speranza in barca e in gommone, sembrano voler restare a San Colombano, tantomeno dopo la nottata di paura vissuta subito dopo il loro arrivo.

La tensione resta alta. Come le montagne che circondano questo angolo dell’Alta Valtrompia. E dove la rabbia torna in strada a sera con una nuova manifestazione: un centinaio di manifestanti raccolti in piazza Santa Barbara e fronteggiati da una schiera di camionette dei Carabinieri e militari in assetto antisommossa. 

 

 

 

 

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