Processo Bozzoli, le versioni discordanti e le intercettazioni

Ci sono diverse incongruenze nelle testimonianze rilasciate ieri in aula da Abu e Maggi. Ma dai nastri spuntano altri elementi
La Corte al processo Bozzoli - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
La Corte al processo Bozzoli - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
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Nel 2015 finirono sotto indagine per concorso in omicidio. A distanza di sei anni Oscar Maggi e il senegalese Abu sono «semplici» testimoni, dopo l'archiviazione delle accuse da parte della Procura. Nell'udienza di ieri del processo Bozzoli, sulla sera dell'otto ottobre in cui l'imprenditore svanì nel nulla e in cui entrambi erano nei capannoni della fonderia del mistero, i due operai della fonderia di Marcheno hanno fornito versioni diverse. In contrasto l'una con l'altra. Insieme hanno però negato quanto emergerebbe dalle intercettazioni telefoniche e ambientali. «Ma non abbiamo visto e fatto nulla» hanno giurato.

Cosa ha detto Abu, in sintesi

Akwasi Aboagye, detto Abu, in aula al processo Bozzoli - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
Akwasi Aboagye, detto Abu, in aula al processo Bozzoli - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it

Il primo a sedersi sul banco dei testimoni davanti alla Corte d'assise presieduta da Roberto Spanò è stato il 51enne Akwasi Aboagye, detto Abu. Che ha clamorosamente cambiato gli orari sulla scena del delitto. «Ho visto per l'ultima volta Mario alle 19.30. Sono sicuro dell'orario perché ero sulla ruspa e c'era l'orologio e poi avevo guardato il telefono che avevo con me» ha detto in aula. Per la Procura però l'omicidio dell'imprenditore è avvenuto tra le 19.14' e 38'' - quando Giacomo Bozzoli riceve una telefonata dalla compagna ma non risponde - e le 19.25' e 21'' quando lo stesso Giacomo tenta di telefonare alla fidanzata. Undici minuti netti. Considerando che le telecamere inquadrano poi l'auto dell'odierno imputato uscire dalla fonderia quella sera alle 19.33' e 42'', se la versione di Abu fosse vera, vuol dire che il delitto - comparando le parole del senegalese con gli orari della Procura - sarebbe avvenuto in tre minuti e 42 secondi. «La mia sensazione è che Abu sposti avanti i tempi dell’intera serata» ha commentato il procuratore aggiunto Silvio Bonfigli che regge l'accusa.

Cosa ha detto Maggi, in sintesi

Oscar Maggi in aula al processo Bozzoli - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
Oscar Maggi in aula al processo Bozzoli - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it

Oscar Maggi - la cui testimonianza è durata un'ora e quaranta minuti e che ha raccontato che più volte Ghirardini gli avrebbe confidato «che se avesse visto da solo Bozzoli lo avrebbe preso a sberle» - ha invece smentito il collega che come lui la sera della scomparsa di Mario Bozzoli era in fonderia a Marcheno. «Ho visto Mario per l'ultima volta prima che avvenisse la famosa fumata anomala del forno grande». E a che ora l'impianto è andato in tilt? I dati tecnici dicono alle 19.21' e 34''.

Il commento della Corte

La versione dei due operai non coincide. Anche se entrambi hanno detto di aver visto «Mario Bozzoli andare verso gli spogliatoi con la felpa sulle spalle». Chi sbaglia? «Registriamo quanto dicono, liberi di non credere ai testimoni a fine processo avremo un lungo elenco di nomi da trasmettere in Procura per falsa testimonianza» è intervenuto il presidente della Corte Spanò che ha poi cambiato toni, ben più duri, quando all'attenzione degli operai sono stare portate loro intercettazioni telefoniche e ambientali.

Le intercettazioni

Il 15 ottobre 2015 Maggi e Abu sono in auto insieme dopo un interrogatorio e il bresciano dice: «Andiamo da Ghirardini. Per forza. Se dice qualcosa di sbagliato, siamo rovinati. Siamo tutti rovinati e ci incolpano a noi». Il giorno successivo Abu invece parlando con un collega connazionale al telefono racconta: «Ieri sulla strada del ritorno Oscar mi ha detto di passare a casa di Beppe perché voleva dirgli di raccontare pure lui la sua stessa versione dei fatti in maniera tale che fossero conformi».

Il presidente della Corte d'Assise Spanò non ha usato perifrasi: «Voi - ha tuonato prima ad Abu e poi a Maggi - volevate vedere Ghirardini per mettervi d'accordo su cosa fargli dire ai carabinieri. Poi però Ghirardini non lo avete visto perché lui è andato a suicidarsi». Gli ex operai hanno negato. Abu addirittura di aver pronunciato quelle parole agli atti. Più goffa la difesa di Maggi: «Volevamo solo andare a vedere dove abitava. Così per vedere come stava». «No - ha ribattuto Spanò - lei era terrorizzato da quello che avrebbe potuto dire Ghirardini». «Non ero preoccupato - la controrisposta di Maggi - non avevo problemi perché non ho mai avuto nulla da nascondere. Beppe raccontava però sempre bugie e non volevo che anche in quella occasione dicesse cose diverse dalla verità». Ma a questo punto, quale è la verità?

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