Per salvare «La Selva» gli eredi chiedono idee

L’immensa tenuta rischia la totale decadenza: si cerca qualcuno che sia interessato a rilanciarla
La «casa rurale». Il complesso è di 885 metri quadri
La «casa rurale». Il complesso è di 885 metri quadri
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Trasformare quella che un tempo è stata una florida tenuta agricola in un centro capace di calamitare le associazioni: è un sogno ambizioso quello degli eredi Cottinelli, che lanciano un appello affinché qualcuno si prenda cura dell’enorme proprietà in zona San Vigilio evitando che cada nel più totale abbandono.

L’area, tradizionalmente conosciuta in paese come «La Selva», come la via in cui è ospitata, costeggia sulla sinistra la Sp19 (via Stella) poco prima della galleria per Gussago e subito dopo il cimitero di San Vigilio. Nel complesso si tratta di una tenuta composta da una abitazione rurale di 885 metri quadri, una cascina di 990 metri quadri, una casa da 390 metri quadri cui si aggiungono un rudere da 430 metri quadri, diversi campi, altri 26 pió di vigneto e 21 pió di terreni seminativi e, da ultimi, 56 pió di bosco.

La storia che sta dietro questo complesso è stata in parte ricostruita dagli eredi Giovanni Cottinelli e da sua sorella, che hanno rintracciato alcuni documenti risalenti al 1850, tra i quali figurano l’atto di compravendita della tenuta sottoscritto dai loro avi. «Allora è verosimile pensare che qui abitassero i cosiddetti signori e le famiglie contadine: c’erano le viti e veniva prodotto per lo più vino». Fino ai primi anni ’90 una delle abitazioni è stata utilizzata dai nonni degli eredi come residenza estiva, ma una volta venuti a mancare loro è iniziato il progressivo declino di tutte le strutture: la proprietà era stata affidata ad un contadino già piuttosto anziano, e alla sua morte la proprietà è caduta in stato di abbandono.

Memorie. «Mio padre, che era geometra, è venuto a mancare un paio di anni fa - racconta Giovanni -: lui aveva cercato di trovare una soluzione per salvaguardare i terreni, ma io, mia sorella e mia cugina lavoriamo e non abbiamo il tempo materiale per farlo, così come mio zio, che è il quarto erede». Da qui nasce l’appello lanciato dagli eredi Cottinelli: «Un’altra parte della proprietà è di mia cugina, la quale almeno ha avuto la fortuna di trovare un paio di associazioni, tra cui il Mato Grosso, che abitano a titolo gratuito le case in suo possesso riuscendo a evitare almeno il loro deperimento» spiega Giovanni.

L’obiettivo principale dei proprietari non è «di lucrare sulla faccenda», bensì fare in modo che questa immensa tenuta non rimanga nello stato di abbandono attuale. La speranza è quella di trovare delle realtà, come le associazioni, che abbiano i mezzi e la volontà di mettere a posto gli immobili per «adottarli» come sede e/o recuperare vigneti e terreni. Chi è interessato può chiamare Giovanni al 3282691398.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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