Peo e Meris, sposalizio in quota tra fiori di campo e scarpinata

La coppia ha celebrato il matrimonio per ben due volte, con festa finale in Conche
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No ai vestiti eleganti e al tacco 12. Sì agli abiti gialli, a un velo di rossetto per le donne e - cosa più importante - via libera agli scarponcini da montagna. Per vedere Peo e Meris convolare a nozze e festeggiare insieme a loro, gli invitati hanno dovuto farsi una bella scarpinata nientemeno che in Conche. 

«Il nostro è il primo matrimonio che ha avuto una funzione dedicata nel santuario della Madonna della Misericordia - spiega Peo -: vogliamo ringraziare di cuore sia il parroco di Nave, don Ruggero Zani, sia i volontari di Conche, perché senza il loro prezioso aiuto e la grande disponibilità la festa non sarebbe riuscita altrettanto bene».

Basta imbattersi in un video o in una foto scattata dagli invitati, del resto, per intuire che il giorno in cui Peo ha giurato amore alla sua Meris la spontaneità e la gioia hanno fatto irruzione nella placida calma in cui solitamente l’eremo è sospeso. I festeggiamenti, a dirla tutta, sono durati ben tre giorni: la funzione vera e propria è stata celebrata sabato da don Ruggero alla Pieve della Mitria. Qui, dopo la cerimonia gli sposi hanno offerto un aperitivo a parenti e amici. Il giorno successivo è stata la volta della cena con pochi intimi, mentre lunedì i festeggiamenti si sono spostati in Conche, dove don Ruggero ha celebrato una Messa dedicata.

«Abbiamo fatto una festa di tre giorni per permettere a tutti di avere una scelta e la possibilità di venire a celebrare con noi il nostro matrimonio», spiegano. Chi conosce la coppia sa che il fatto che abbia scelto proprio Conche per sposarsi non è poi una cosa così strana: Peo, all’anagrafe Giuseppe Villani, è nato 46 anni fa a Calcinato ma da tempo abita a Caino in una cascina da lui stesso recuperata in mezzo al verde e a tantissimi animali in località Fratina, ai piedi del monte della Valle del Rio Merolta.

Lui e Meris Ramoni, che di anni ne ha 47, sono grandi amici da una vita: «Ci conosciamo da tanto tempo - racconta la novella sposina -, ma io ho sempre viaggiato parecchio, almeno fino a sei anni fa, quando ci siamo ritrovati e innamorati».

Quello che hanno costruito alla «Casina Frattina» è un universo parallelo popolato da cani, asini, pecore, galline, anatre e api. Peo e Meris sono persone semplici, ma come spesso accade la semplicità è in grado di generare cose uniche. 

«Conche è un luogo magico, per questo l’abbiamo scelto - raccontano -, ma c’è anche un altro aspetto che ci dava gioia, ovvero il fatto che i nostri amici arrivassero con fatica da varie strade per raggiungere lo stesso posto, tutti diretti nello stesso punto: con queste prove vedi chi ti vuole davvero bene».

L’originalità si è accompagnata alla semplicità anche per quanto ha riguardato l’organizzazione: il giorno prima delle feste Meris e sua madre hanno raccolto cesti su cesti di fiori di montagna e di campo per allestire le due chiese. Il cibo cucinato dai volontari di Conche, invece, è arrivato a destinazione grazie alla teleferica

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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