Otto ore di interrogatori per far luce sul caso Bozzoli
Poco più di tre ore per il senegalese Abu, quasi cinque, invece, per Oscar Maggi. Entrambi avrebbero risposto alle domande degli inquirenti ed entrambi, secondo quanto riferito dagli avvocati, avrebbero chiarito le rispettive posizioni.
Questa la cronaca minima della mattinata di interrogatori cui sono stati sottoposti gli operai della Bozzoli di Marcheno che si trovavano all’interno della fonderia di via Gitti la sera dell’8 ottobre - l’ultima in cui Mario Bozzoli è stato visto vivo - dai Carabinieri del nucleo investigativo provinciale in piazza Tebaldo Brusato. I due, insieme ad Alex e Giacomo, i nipoti dello scomparso, sono indagati dalla settimana scorsa per concorso in omicidio volontario e distruzione di cadavere.
Il primo ad arrivare, una manciata di minuti prima delle nove, è stato Akwasi Abogye, per tutti Abu. L’uomo è uscito dalla Mosotti alle 12.30. L’africano non ha detto nulla ai cronisti. Solo l’avvocato Umberto Goffi ha spiegato che il suo assistito ha risposto a tutte le domande.
Più lungo l’interrogatorio per Oscar Maggi: arrivato alle 9.30 in taxi, è uscito dal comando di piazza Tebaldo Brusato solo alle 14.20, accompagnato dall’avvocato Alberto Scapaticci.
Adesso la parola passa al pubblico ministero Alberto Rossi, che ha deciso di sentire personalmente i due nipoti di Mario Bozzoli. Decisiva potrebbe essere la lettura dei verbali degli interrogatori degli operai. Sotto la lente anche eventuali incongruenze su cui far leva al fine di trovare riscontri alla tesi investigativa della Procura.
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