Omicidio Bozzoli, udienza nell'ex fonderia di Marcheno
Due ore e mezza dentro la fonderia del mistero. Tanto è durato il sopralluogo voluto dalla Corte d'assise di Brescia in quella che è stata un'udienza in esterna del processo a carico di Giacomo Bozzoli, accusato dell'omicidio e della distruzione del cadavere dello zio Mario, l'imprenditore bresciano della Valtrompia svanito nel nulla l'8 ottobre 2015 proprio nella fonderia che guidava con il fratello Adelio. Le parti hanno affrontato, muovendosi dentro e fuori i capannoni dell'azienda, tutte le ipotesi.
«Potete immaginare cosa ho provato a tornare in azienda. Cosa può essere accaduto a mio fratello? Non lo so proprio» ha detto al termine del sopralluogo, che ha seguito sempre a distanza di qualche metro rispetto ai giudici, al presidente Roberto Spanò e alla giuria popolare, e alle parti processuali. E poi c'era anche Irene Zubani, la vedova di Mario Bozzoli, sempre al fianco della cognata. E visibilmente provata. Proprio dall'interno dei capannoni della Bozzoli srl, in quella sera dell'otto ottobre 2015, la donna aveva ricevuto l'ultima telefonata del marito attorno alle 19.20. «Faccio la doccia e arrivo» disse l'imprenditore. Non è mai più tornato a casa.
«È stato un momento particolare» è stato il commento lasciandosi alle spalle la fonderia. «Siamo qui per capire che cosa è successo. Mi affido alla Corte, al presidente, ai giudici e al pm per far emergere la verità» ha detto prima di salire in auto e di lasciare Marcheno, paese che dopo la tragedia non ha più voluto frequentare, tanto da arrivare a dire qualche tempo fa: «Dopo la scomparsa di Mario quello che più mi ha fatto male è stata l'omertà di Marcheno». La prossima udienza è fissata in aula martedì 30 marzo, quando sul banco dei testimoni si siederà proprio la vedova di Mario Bozzoli.
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