Omicidio Bailo, Nave si ferma: «Pochi 16 anni»

La reazione del paese dove Manuela era nata e cresciuta Il sindaco: «Vicini alla famiglia»
LO SCONCERTO DI NAVE
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I più moderati avevano augurato a Fabrizio Pasini «una condanna all’ergastolo senza sconti di pena». La sentenza pronunciata ieri dal gup di Brescia Riccardo Moreschi, non ha mancato di suscitare una pioggia di commenti di stupore anche a Nave, paese in cui Manuela Bailo era nata e cresciuta e dove ha risieduto fino al giorno prima della sua morte avvenuta per mano dell’ex sindacalista della Uil.

«Quando ho letto la notizia della sentenza non credevo ai miei occhi - racconta una donna di Nave -: ho subito pensato al modo barbaro in cui Manuela è stata uccisa e alle varie aggravanti che sono state contestate a Pasini, tra cui la premeditazione, oltre all’occultamento di cadavere. La mia incredulità è sconfinata in un sentimento di rabbia, perché l’omicida una volta uscito potrà rifarsi una vita e Manuela, invece, no». Altri, invece, in una giornata cruciale come quella di ieri, hanno preferito rivolgere un pensiero d’affetto alla famiglia Bailo.

Fa parte di questa schiera anche il sindaco di Nave Tiziano Bertoli, che ha commentato: «Attendiamo il deposito delle motivazioni prima di formulare qualsiasi valutazione, anche in considerazione del fatto che vi saranno ulteriori gradi di giudizio e, nel frattempo, colgo l’occasione per rinnovare la vicinanza alla famiglia di Manuela, così duramente provata da questa tragedia, da parte dell’Amministrazione comunale e dell’intera comunità navense». In qualche modo ieri, non appena la notizia della condanna a 16 anni di Pasini ha iniziato a girare in paese correndo di bocca in bocca, una ferita si è inevitabilmente riaperta, facendo riaffiorare la sconvolgente cronaca di una vicenda che aveva tenuto gli animi di tantissime persone sospesi fino alla tragica scoperta. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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