«Nel forno nessun elemento riconducibile ad organismi umani»
«Dopo più di due anni di lavoro, con 18 persone complessive impegnate, non abbiamo trovato alcun elemento riconducibile ad organismi umani»: così l’anatomopatologa Cristina Cattaneo sentita come testimone nel processo a carico di Giacomo Bozzoli, accusato di aver ucciso lo zio Mario, imprenditore bresciano svanito nel nulla l’otto ottobre 2015.
«Distruggere un corpo in un forno è una delle scelte più difficili perché ci sono troppe variabili. Servono comunque da un’ora a quattro ore di processo e - ha aggiunto Cristina Cattaneo - considerate che in un forno crematorio che brucia a temperature più alte rispetto ai forni della Bozzoli si trovano tra i 3 e i 4 chili di materiale osseo».
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