Mulini del Gobbia: riparte il recupero
Presto la ripresa dell'attività di studio e conservazione che coinvolge gli studenti
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«Il progetto è fermo, riprenderà il prossimo anno scolastico». È con queste parole che il professor Ugo Taiola del Primo Levi di Sarezzo e Lumezzane, rassicura le iscritte del Cif (centro femminile italiano) e l’amministrazione riguardo ai "ruotoni" del corso del Gobbia. La storia di questi reperti industriali è quanto mai travagliata e oggetto di polemiche: è da tre anni che si parla della possibilità di bonificare l’area e salvaguardare questi antichi mulini ad acqua, ma i fondi non sono mai sufficienti e gli "intoppi" abbondano.
«Non possiamo lasciare che il tempo e gli agenti atmosferici li rovinino completamente - aveva commentato l’assessore alla cultura, istruzione e sport Rossana Bossini - ma l’amministrazione non ha di certo la possibilità di investire i 500mila euro preventivati per ristrutturarli e creare un percorso lungo il fiume per raggiungerli agevolmente. Come se non bastassero i costi, la zona andrebbe bonificata dai rifiuti e resterebbe situata lungo un fiume inquinato».
A tale proposito è stata attivata, anni addietro, una collaborazione con l’istituto Primo Levi, e nello specifico quest’anno scolastico era stata coinvolta una classe quarta del tecnico ex geometra, che però non ha potuto proseguire i lavori iniziati. «Purtroppo i lavori di studio e progettazione si sono fermati - afferma il professor Taiola - a causa della mia assenza per malattia, ma è nostra intenzione concludere il progetto il prossimo anno, quando i ragazzi frequenteranno la quinta. Per ora abbiamo eseguito alcuni rilievi che ci hanno permesso di farci un’idea più precisa dell’area e degli interventi, inoltre abbiamo fatto le prime stime riguardo alla grandezza naturale dei mulini e alle parti che andrebbero ricostruite, avvalendoci non solo dei resti presenti ma anche della testimonianza dei proprietari dei terreni su cui si trovano i ruotoni, per capire le dimensioni originali e la storia di questi reperti d’archeologia industriale valgobbina. Abbiamo iniziato a progettare il percorso e un ponticello».
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