Mini jukebox e fumetti nel negozio-museo di Vince
Vincenzo Matteo, «Vince» per tutti i valgobbini, ama circondarsi di gadget, ninnoli, rarità e piccoli souvenir vintage. Da quando, nel 1999, ha aperto il suo negozio di cd e dvd, gli oggetti in miniatura, parte dei quali esposti al pubblico da «Vince music», sono diventati i suoi obiettivi. «L’anno prossimo, in occasione del ventesimo anniversario dell’attività - racconta -, voglio organizzare qualcosa di importante. Nel mio negozio, divenuto vero e proprio bazar di ogni articolo, ovviamente non in vendita, ma solo d’esposizione, si può trovare un poco di tutto, di raro e di kitsch a seconda dei gusti».
Rarità. Dai mini jukebox, tutti rigorosamente funzionanti con un solo brano e davvero unici, ad un pezzo autentico del muro di Berlino. Non manca poi una nutrita collezione di personaggi Disney. «Significativa è la raccolta dei fumetti - commenta -, numeri "uno" compresi: il Tex del 1964 che è un ricordo di mio papà, Zagor (1970), Dylan Dog (1986), Diabolik (1962), Johnny Logan (1972), ma anche albi storici originali de «L'intrepido» e «Il monello» e strisce di Blek e Capitan Miki».
Visitando il negozio si scoprono poi targhe metalliche provenienti da tutti i paesi del mondo e una collezione di bustine di zucchero di bar italiani ed esteri. «Questa, per me, è un’autentica passione e mi piacerebbe entrare nei Guinness dei primati visto che ne possiedo già 3000». Grazie ai clienti. Molti oggetti sono stati portati in negozio dai clienti che girano il mondo e che si ricordano delle collezioni di «Vince».
Non mancano radio, radioline, giradishi antichi, macchine fotografiche d’altri tempi, statuine in ceramica dei Beatles, di Harry Potter, di Zorro e del sergente Garcia. Poi lattine e bottiglie della Coca Cola rare, soldatini della «Atlantic», casa famosa negli anni ’60. Tra le «chicche» c’è un libro del 1960 «Storie segrete dell'ultima guerra» con 22 fotografie e 8 carte geografiche.
A volte le cose strane e rare vanno a «cercare» Matteo, come un cappello degli alpini di 50 anni fa, con tanto di medaglie, che «Vince» ha donato al Gruppo delle penne nere di Sant’Apollonio. «Mi piacerebbe - confessa - che quando chiuderò fra 5 anni, il negozio diventi una specie di museo espositivo, dove chi vorrà potrà accedervi gratuitamente e contribuire alle collezioni portando altri pezzi. Spulciando tra cantine e solai, chissà quante cose si troverebbero, magari violini di Stradivari o quadri di Guttuso: è bello sognare anche ad occhi aperti».
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