Minacciò di dar fuoco alla moglie: condannato a tre anni

Le vuotò addosso una tanica di benzina, poi se la prese con i vicini: per il tribunale è seminfermo
Il verdetto. La sentenza letta ieri in Tribunale a Brescia
Il verdetto. La sentenza letta ieri in Tribunale a Brescia
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Tre anni di reclusione, da scontare in libertà vigilata all’interno di una comunità di recupero. Si è chiuso con questo verdetto il processo a carico di S. S., il 47enne marito e padre di famiglia di casa a Caino, arrestato a fine luglio dello scorso anno con l’accusa di maltrattamenti a danno della moglie e dei figli e di minacce ai vicini di casa.

Il tribunale (giudice Wilma Pagano) ha riconosciuto la seminfermità di mente dell’uomo, sulla quale peraltro si sono trovati d’accordo i consulenti psichiatrici di accusa e difesa, e pure la prevalenza delle attenuanti generiche sulle aggravanti contestate, su tutte la consumazione dei reati sotto gli occhi dei figli, all’epoca minorenni. Il tribunale lo ha condannato a versare una provvisionale immediatamente esecutiva di diecimila euro a favore della moglie e di 5mila dei figli, assistiti dall’avvocato Andrea Pezzangora.

Il giudice ha anche stabilito che, una volta scontata la pena, a S. S. debba essere applicata per un altro anno la misura della sorveglianza speciale.

Al momento il 47enne, in carcere sino a pochi giorni fa, è in custodia cautelare ai domiciliari, a casa dei genitori. Per lui, uomo con problemi di alcol e droga, è pronta l’accoglienza in una struttura di recupero pronta ad accoglierlo. Manca solo la presa in carico del Sert e del Noa (Nucleo operativo alcologia).

Nei mesi trascorsi in carcere S. S. non ha avuto alternative alla disintossicazione e pertanto ora non avrebbe, e la cosa pare quanto meno paradossale, analisi mediche, in grado di certificare la sua alcoldipendenza e quindi il diritto ad essere curato in apposita struttura. Il verdetto letto in mattinata a palazzo giustizia abbassa il sipario su una dolorosa vicenda famigliare emersa in tutta la sua criticità nel cuore dell’estate scorsa.

È il 16 di luglio quando S. S. dopo aver ordinato alla moglie di tagliare l’erba del giardino, e dopo averla insultata per non essere stata in grado di farlo a regola d’arte, afferra una tanica di benzina, le vuota il contenuto addosso e, con un mozzicone di sigaretta accesa in mano, la minaccia di morte sotto gli occhi colmi di terrore dei suoi figli. Dopo essersela presa con la donnae, in quegli stessi istanti, l’uomo si scatena contro la figlia più grande, consigliandole di non partire per le vacanze perché non avrebbe più rivisto la madre, e contro i vicini di casa, minacciati a loro volta di morte, sempre con la benzina, per essere intervenuti nel tentativo di riportare la situazione alla calma.

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