«Mi dissero della fumata dai forni, ebbi una brutta sensazione»
«La sera dell’otto ottobre 2015 Mario mi ha chiamato alle 19.11 dicendomi che si sarebbe fatto la doccia per poi raggiungermi a casa e andare a cena. Dalle 21.30 in poi ho iniziato a preoccuparmi e dalle 22 era palese che fosse accaduto qualcosa. Non credevo si prospettasse quello che poi è successo».
Queste le parole davanti alla corte d’assise di Brescia di Irene Zubani, la vedova di Mario Bozzoli, svanito nel nulla nella sua fonderia a Marcheno nel Bresciano.
«Mio figlio Giuseppe è stato il primo ad arrivare in azienda e mi ha detto: "Mamma è una cosa stranissima perché c’è l’auto di papà, ci sono le chiavi, i suoi vestiti, ma papà non c’è"».
Irene ha poi ricordato: «Mio cognato Adelio quella sera disse subito di cercare sul retro dell’azienda perché era convinto che Mario fosse uscito dal cancelletto che si affaccia sul fiume Mella. Ma mi sembrava impossibile. Quando gli operai hanno detto che poco prima c’era stata una fumata dai forni ho avuto una brutta sensazione».
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