Merlo, Nedra, Galina... gli hcötöm hanno le ali

Tanti con lo stesso cognome e allora come distinguere una famiglia dall'altra? Con il soprannome
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Gli «hcötöm» raccontano la storia spicciola di chi li porta. A Lumezzane i soprannomi sono sempre stati in… soprannumero, più di quattromila, secondo una ricerca.

Tanto «scotomare» si spiega col fatto d’essere valle chiusa, per cui i contatti con altre genti erano men che occasionali. Così i cognomi non andavano oltre la trentina, in testa i Ghidini, più di 1200, fino ad un paio di decenni fa.

Per identificare la miriade di persone con lo stesso nome e cognome si affibbiava il soprannome, poi assunto da tutta la discendenza, a parte quelli nati da difetti, tic, atteggiamenti strambi.

Così i Tahù, Molete, Mahöla, Boh, son tutti Ghidini; Pehte, Fretadì, i due rami più noti degli Gnutti; Minine, Marende, Crehencio, tra i Bonomi. «Hcötöm» ha origini nobilissime, nientemeno dal Greco «skoto» che significa prendere in giro, scherzare.

Solo che a Lume tra i nomignoli più impensabili, hanno un posto… volante quelli mutuati dagli uccelli, retaggio della caccia, un tempo contributiva del magro reddito familiare. Eccoli: Merlo; Dhurdhì (tordo piccolo); Ciüicì (cinciabigia); Gadhèt (averla); Galina; Nedra (anatra); Loc (allocco); Oco (maschio dell’oca); Fridhù (frosone); Galèl (galletto) e Mah de Galèl (maschio di galletto); ciüina (femmina di cinciabigia); Hperanhina (cinciallegra); Gardena (cesena); Cùa Roha (Cadirosso); Tacla (Corvo); Recè (reatino); Quaia (quaglia).

Dal punto di vista uccellario, in Valgobbia non si è badato a spese. Oggi i soprannomi non si affibbiano più o, almeno, non per identificare chi li porta. In generale ci si chiama per nome e cognome, le famiglie si sono mescolate , tutto è più distaccato.

Le grandi discendenze si sono incanalate in rivoli a perdere, per quanto le tuttora frequenti omonimie costringano a risalire al soprannome che, altra curiosità, alcune ditte hanno assunto perfino nella ragione sociale per non confondersi con altre.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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