Marmentino, la raccolta firme stoppa la nuova strada in Vaghezza

Il Comune ha accettato la richiesta avanzata attraverso una petizione online
Piani di Vaghezza - © www.giornaledibrescia.it
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All’inizio dell’anno una petizione lanciata su change.org aveva raccolto oltre 30mila firme contro la realizzazione di una strada dal passo delle Piazze a Pian del Bene.

Sei mesi dopo l’Amministrazione di Marmentino, di comune accordo con la Comunità montana e il suo braccio operativo Sevat, annuncia che accoglierà la richiesta.

Accantonata «almeno per ora», spiega il sindaco Ilario Medaglia, l’idea di fare un nuovo tracciato «che avrebbe rovinato - aveva denunciato il consigliere di opposizione Sergio Piardi - il sentiero conosciuto come Le scalette dell’Ario», i circa 200mila euro di contributo arrivati dalla Regione verranno impiegati per un progetto alternativo. O, per meglio dire, «serviranno a intervenire sul medesimo circuito al servizio delle malghe - afferma il direttore di Sevat Fabrizio Veronesi -, ma su un segmento diverso, che non presenta problematiche di tipo paesaggistico».

Si tratta di un’opera «che come Amministrazione già avevamo in programma di sviluppare - precisa Medaglia - specie se consideriamo che riguarda La Seconda Meta Turistica Di Marmentino Dopo La Vaghezza», ovvero la realizzazione di una strada Vasp (viabilità agro-silvo pastorale) che collega la parte bassa della Valle delle Melle alla parte alta. Poco meno di due chilometri di sterrato - adatto sia agli escursionisti e agli amanti della bici, sia ai mezzi a motore -, che passerà attraverso il Mulino di Marmentino e l’azienda agricola Beltrami, che produce il Nostrano Valtrompia Dop.

«Lungo il percorso ci sono alcune cascine praticamente abbandonate - dice Medaglia -: speriamo che la presenza della strada possa incentivare la loro ristrutturazione».

L’obiettivo di Comune e Sevat, la società in house di Comunità montana, è avviare i lavori in autunno. All’appello, però, mancano ancora due terreni che «verrebbero acquisiti tramite esproprio - spiegano da Sevat -, qualora non si dovesse giungere ad un accordo bonario con i proprietari».

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