L'abbraccio dopo 150 giorni: la commozione di mamma Anna
«Io un abbraccio così non l’ho mai ricevuto in tutta la mia vita!». Non riesce a contenere l’emozione Anna Soldati mentre racconta del primo incontro con il figlio Gianluca dopo 150 giorni di separazione. Lui dentro alla residenza per disabili Firmo Tomaso di Villa Carcina e lei, insieme al marito, Luciano Binosi, costretta a vedere il figlio, disabile grave, solo attraverso un vetro o al massimo dal balcone della struttura. Un distacco che nel caso di Gianluca è stato ancora più duro: il ragazzo infatti era abituato, nei weekend, a rientrare a casa dai genitori. Uscite che, fino a quattro giorni fa, gli erano impedite. Una precauzione - quella di vietare i contatti con i parenti - dettata dall’emergenza Covid «ma proseguita, nonostante la pressoché totale riapertura del paese, ormai troppo a lungo», commenta il padre Luciano. Quest’ultimo insieme alla moglie e alla sorella di un’altra ospite della residenza ha fatto di tutto in queste ultime settimane perché il loro grido d’aiuto fosse ascoltato.
La separazione forzata stava infatti avendo forti ripercussioni sullo stato psicofisico di questi ragazzi fragili: Gianluca, per esempio, ha 41 anni «ma è come se ne avesse due e non capiva in questi mesi come mai i suoi genitori non lo andassero più a prendere», racconta la mamma Anna. La battaglia però sembra avere dato i suoi frutti. «Venerdì pomeriggio - spiega - siamo andati alla residenza a trovare Gianluca e mentre lui stava mangiando la torta che gli avevo preparato le infermiere ci hanno detto che potevamo portarlo a casa: non vi dico la nostra gioia».
I coniugi Binosi hanno firmato un accordo di responsabilità con la struttura che ospita il figlio, sono tenuti a seguire regole rigidissime per poter portare a casa qualche giorno Gianluca. «Siamo ben contenti di seguire queste regole perché noi per primi non vogliamo che né Gianluca né nessun altro ospite si ammali», commenta il padre. Quindi, fino a quando Gianluca starà con la famiglia, niente contatti con altre persone.
Ad oggi a regolare gli accessi dei parenti nelle rsa e nelle rsd è la delibera delle giunta regionale 3226 in vigore fino al 31 luglio. I familiari di Gianluca e dell’altra ospite della Firmo Tomaso avevano chiesto, tramite una lettera, la revisione del provvedimento direttamente all’assessore al Welfare Giulio Gallera. «Il nostro primo obiettivo l’abbiamo raggiunto, ma ora - commenta Anna - vogliamo che la Regione legiferi con il cuore oltre che con il cervello e soprattutto che le disposizione future non siamo le stesse per Rsa e Rsd».
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