La saracinesca, il cane e il gallo: a Lumezzane non si dorme
Se la saracinesca antica sferraglia a ore antelucane, il cane latra e il gallo canta, il sonno salta e i nervi fremono.
Sembra una storiella d’altri tempi, non senza risvolti umoristici. Invece è cronaca reale e attuale da Lumezzane. Con tanto, ovviamente, di lamentele.
Come l’accorato appello via internet da parte di Roberto: «Gente di via Roma, vicolo Colombaio, zona chiesa vecchia unitevi! Sapete dirmi chi è la persona che ogni mattina alle 5.30 alza una saracinesca anni Trenta in vicolo Colombaio, svegliando me, i cani che abbaiano, il gallo che comincia a cantare e finisce a pranzo? Lo conoscete? Ha problemi? Ci si può parlare?». Balza all’orecchio la radiosa melopea di cane e gallo; ironia della sorte, in vicolo Colombaio.
Qualcuno ha azzardato che il «saracinescatore» possa essere il fornaio, ma chi fa il pane si alza ben prima delle 5.30. Vicolo Colombaio serpeggia per un centinaio di metri, parallelamente a via Roma, per sboccare davanti alla chiesa vecchia di San Sebastiano, fra antiche abitazioni ristrutturate e non meno vetusti cortili.
Una zona tranquilla, monda di traffico, ma ora il duetto «bau-bau- chicchiricchì» dalla prima aurora, percuote il silenzio mattutino e assonnati timpani. Tutta colpa d’una saracinesca stracca. E irrorarla d’una… sapiente dose di grasso? Il mistero per ora continua e all’orizzonte non appare la soluzione, o meglio l’individuazione del... colpevole.
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