Imprenditore scomparso, anche i forni sotto la lente
Dalla Prefettura sono arrivate le decisioni. Sul campo, a Marcheno, si è ripreso a cercare, ancora una volta, un segno, una traccia, un indizio che forse fino ad ora era sfuggito per provare a dare una spiegazione al rompicapo che da giovedì sera ha stravolto la vita della famiglia di Mario Bozzoli, l’imprenditore scomparso nel nulla.
In mattinata carabinieri e vigli del fuoco hanno controllato le vasche e le fosse di scarico e smaltimento dell’azienda, hanno fatto rivoltare gli scarti di lavorazione e il materiale grezzo stivato nei magazzini. Ma nulla sarebbe emerso.
In particolare, si è verificata la presenza di tracce biologiche nei pressi delle bocche dei due forni della fonderia, senza esito, in attesa delle risposte degli accertamenti affidati al Ris di Parma, che sabato pomeriggio ha raggiunto Marcheno per effettuare alcuni prelievi.
Nel corso della giornata poi è stato chiesto l’intervento di una ditta specializzata, cui è stato chiesto di vuotare ed ispezionare alcune vasche. Anche da questa operazione però non sarebbero arrivati utili elementi.
I 3mila metri quadri di capannoni in via Gitti sono stati passati al setaccio palmo a palmo e lo saranno ancora per i prossimi giorni. La convinzioni degli inquirenti sembra ormai evidente: la soluzione del giallo va cercata all’interno della fonderia.
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