Giallo di Marcheno: venduta l'azienda, resta il mistero
La nuova vita di un'azienda avvolta nel mistero è stato sancito all'interno di un tribunale. Ultimo capitolo di un caso che a distanza di due anni resta irrisolto. Cosa sia accaduto a Mario Bozzoli, imprenditore bresciano di 56 anni svanito nel nulla la sera dell'otto ottobre 2015 ancora nessuno è stato in grado di dirlo.
Di certo c'è che l'azienda di Marcheno, di cui era socio al 50% con il fratello Adelio, è diventata di proprietà della Rdv di Lumezzane, sempre nel Bresciano, che se l'è aggiudicata all'asta per 4 milione e 450mila euro superando la concorrenza della Valpres.
«Speriamo che i nuovi diano lavoro a persone residenti a Marcheno», è il commento del sindaco del paese bresciano Diego Bertussi.
«Chiederemo che chi dei vecchi dipendenti ancora non ha trovato lavoro possa essere assunto», aggiunge Stefano Olivari, delegato Cisl.
«Nessun commento anche per rispetto di quanto accaduto in quella fabbrica», dicono al telefono i nuovi proprietari che non hanno acquistato impianti ed attrezzature.
Adelio Bozzoli ex socio, fratello dello scomparso e padre di Alex e Giacomo, indagati a piede libero con gli operai Oscar Maggi e il senegalese Abu per omicidio volontario e distruzione di cadavere, si è infatti aggiudicato i macchinari per 271 mila euro.
Probabilmente finiranno nel nuovo stabilimento di Bedizzole dove già due anni Adelio Bozzoli e i due figli si stavano trasferendo con l'intento di separarsi da Mario.
La scomparsa dell'imprenditore ha segnato l'inizio della fine della fonderia, posta sotto sequestro dalla Procura bresciana per 105 giorni, dal 13 ottobre al 27 gennaio con l'obiettivo di dare una risposta al caso rimasto senza risposta. Perché l'azienda è finita nelle mani di un curatore fallimentare, tutti i dipendenti sono stati licenziati, ma l'indagine è rimasta ferma all'iscrizione nel registro degli indagati, era il dicembre 2015, di quattro delle cinque persone presenti in azienda la sera in cui Mario Bozzoli è stato visto vivo per l'ultima volta.
Il quinto ad essere al lavoro l'8 ottobre 2015 era Giuseppe Ghirardini, operaio addetto ai forni che però è scomparso sei giorni dopo il suo datore di lavoro e poi trovato cadavere nei boschi di Case di Viso, in Vallecamonica, dall'altra parte della provincia rispetto a Marcheno. Un giallo nel giallo che non ha sviluppi. Anche in questo caso l'inchiesta, per istigazione al suicidio, resta aperta dopo una seconda proroga firmata dal sostituto procuratore di Brescia Mauro Leo Tenaglia, rimasto unico titolare del fascicolo dopo la morte per infarto del collega Alberto Rossi.
Continua nel frattempo il lavoro dell'anatomopatologa Cristina Cattaneo, che sta setacciando sacchi e sacchi di scorie di forni alla ricerca di una traccia di Mario Bozzoli, scomparso nella fonderia che ora ha un nuovo proprietario.
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