Fulmine colpisce ripetitore, senza Rai da giorni
All’inizio si pensava fosse solo un guasto passeggero. Ma con il passare delle ore, poi dei giorni, è diventato sempre più chiaro che non si trattava di un blackout temporaneo. Così la gente ha cominciato a spazientirsi. Da due settimane sono parecchi i cittadini di Caino che non hanno accesso ai canali della Rai.
Due mercoledì fa un fulmine ha colpito il ripetitore accanto al cimitero del paese: «Quando è accaduto eravamo convinti che nel giro di poco i tecnici avrebbero sistemato ogni cosa - spiega il sindaco Cesare Sambrici -: non pensavamo di certo che dopo due settimane saremmo stati ancora qui a sollecitare perché riparassero il guasto».
La stizza del primo cittadino sta crescendo di giorno in giorno: «Il Comune non ha nulla a che vedere con questo disservizio - tiene a specificare Sambrici -: la gente che si lamenta con noi amministratori è tanta, ma più che segnalare a chi di dovere in continuazione sia per mail, sia per telefono non c’è molto altro da fare».
Quel che dà più fastidio ai cittadini, al di là del non poter vedere determinati canali televisivi, è il fatto di dover pagare il canone ma di non ricevere in cambio il servizio per cui si apre il portafoglio: «Ci sentiamo presi in giro - commenta una residente -, tanto più perché nonostante molti di noi abbiano inviato segnalazioni e continuino a farlo, dei tecnici non si vede l’ombra».
Il disagio non interessa tutto il paese: ci sono infatti delle zone che riescono a essere intercettate dal ripetitore posizionato in Maddalena. Non tutti, però, hanno questa fortuna. In via San Rocco, parte di Villa Mattina e altre piccole località i residenti equipaggiati con un digitale terrestre seguitano ogni giorno da due settimane ad accendere il televisore nella speranza di veder riapparire i canali scomparsi. Una speranza che viene puntualmente delusa. «Se noi siamo obbligati a pagare un canone per avere il servizio - concludono i cittadini - chi ha le competenze per farlo dovrebbe darsi una mossa e venire a riparare questo benedetto guasto».
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