Fibra ottica e reti Enel, il Tar di Brescia «piace» agli analisti
Sembra destinata a fare giurisprudenza - con ricadute non secondarie nel settore delle telecomunicazioni - la recente sentenza del Tar di Brescia, chiamato a dirimere la controversia tra il Comune di Gardone Vt ed Enel Distribuzione (ora e-Distribuzione). Il Comune trumplino avanzava la richiesta che il gestore della rete elettrica consentisse che i cavi della azienda bresciana Intred cui era affidata l'estensione della fibra ottica a servizio di alcuni edifici comunali fossero posati nelle stesse canaline interrate di Enel, evitando così nuovi scavi.
Al no di Enel era seguito il ricorso ai giudici di via Zima, che avevano parzialmente accolto le richieste dell'ente locale. Il diniego infatti non era dettato da ragioni tecniche ma - non escludevano i giudici - di mercato, avendo Enel nella propria galassia anche Enel Open Fiber, società specializzata nella posa e gestione di reti in fibra ottica.
Ora gli analisti di Merrill Lynch definiscono «una decisione interessante» quella adottata dal Tar di Brescia che dispone per l'appunto l’obbligo di ospitalità per il gestore delle linee elettriche ai cavi in fibra ottica di un’impresa terza. Una decisione, secondo Merrill Lynch, che «potrebbe portare Telecom Italia ad accelerare e/o ridurre i costi per la costruzione» della propria infrastruttura. Di analogo avviso anche gli esperti di Morgan Stanley, per i quali la decisione del Tar bresciano «potrebbe ridurre i dubbi riguardanti un piano regolatorio asimmetrico e penalizzante per Telecom a vantaggio di Enel Open Fiber».
Infine, per un terzo analista, Redburn, quella del Tar di Brescia è «una decisione importante per promuovere equamente l’apertura delle rispettive infrastrutture», in quanto in passato «solo Telecom era stata costretta ad aprire la propria infrastruttura fissa alla competizione».
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