Dopo trent’anni trasloca l’Arci di Collebeato: a bando gli spazi

Gli spazi occupati dal circolo e il salone sono stati messi a bando dal Comune. Non mancano le polemiche
Dopo 30 anni, l'Arci di Collebeato trasloca in altri spazi - Foto © www.giornaledibrescia.it
Dopo 30 anni, l'Arci di Collebeato trasloca in altri spazi - Foto © www.giornaledibrescia.it
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A partire dal 31 dicembre le luci si spengono in via Voltolino 14, per trent’anni sede dell’Arci «Cambusa» di Collebeato. Lo storico sodalizio «traslocherà altrove, pur rimanendo a Collebeato - rassicura la presidente Stefania Alberti -: abbiamo infatti trovato uno spazio privato con bar e ristorante, che sveleremo non appena firmato il contratto, dove continueremo a proporre le tradizionali attività».

Quello che avverrà a giorni non è esattamente un trasloco spontaneo e c’è chi non l’ha presa affatto bene, arrivando ad affermare che «la Giunta Mazzolini è interessata più alla causa economica che a quella sociale». Il perché è presto spiegato: i locali in cui l’Arci si trova da 30 anni sono di proprietà del Comune di Collebeato e la convenzione con l’associazione è scaduta alla fine del 2020, salvo poi essere prorogata altre due volte. Al termine del 2022 l’ultima convenzione annuale scade e l’Amministrazione comunale ha deciso di mettere a bando gli spazi occupati dal circolo e anche il vicino salone Serra.

«In base alle norme vigenti - spiega il sindaco Angelo Mazzolini - la concessione di un immobile di proprietà comunale per la gestione di un’attività commerciale richiede la selezione del gestore per i prossimi 15 anni tramite bando pubblico: dovranno essere garantite anche attività sociali e culturali oltre alla ristorazione».

Tra le linee di indirizzo approvate dal Consiglio comunale in vista del bando, che dovrebbe essere pubblicato nei primi mesi del 2023, c’è la richiesta di lavori di manutenzione straordinaria per 120mila euro. Una spesa che sarà il futuro gestore a dover pagare. L’Arci, però, «non possiede una cifra come quella per l’intervento e quindi non potrà candidarsi  - afferma Alberti -. Non possiamo negare che quest’anno ci sia stato un confronto con l’Amministrazione. Da parte loro, però, è mancata una scelta politica: se non avessimo trovato una sede alternativa, a Collebeato sarebbe venuta a mancare l’unica alternativa laica di aggregazione».

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