Dopo lo schianto Nave indaga sul senso unico

Madre e figlio migliorano ma pare sia abituale percorrere contromano il tratto «incriminato»
L’autista non ha potuto evitare l’impatto - © www.giornaledibrescia.it
L’autista non ha potuto evitare l’impatto - © www.giornaledibrescia.it
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 Stanno progressivamente migliorando le condizioni della donna di 46 anni e del figlio 14enne coinvolti in un terribile  scontro con un camion lo scorso lunedì pomeriggio davanti alla chiesa parrocchiale di Nave.

Mentre madre e figlio si riprendono in ospedale la Polizia locale di Nave sta portando avanti le indagini per individuare la causa dell’incidente. È stato ormai appurato dagli agenti che la signora stesse percorrendo il tratto finale di via San Cesario, quello di fianco alla Supercasa, in contromano: c’è la possibilità che, non conoscendo forse a fondo il territorio e le sue strade, la 46enne non abbia fatto caso al senso unico e, di conseguenza, non trovando uno stop alla fine della via che sbocca sulla Sp237, abbia pensato di avere la precedenza.

Questa ipotesi spiegherebbe il motivo per cui non avrebbe praticamente frenato: il conducente del camion che ha travolto l’auto ha affermato infatti di «non essere praticamente riuscito a frenare, la vettura è sbucata all’improvviso». In parallelo alle indagini, che dovrebbero poter rispondere a quelle che per il momento sono solo ipotesi, l’Amministrazione comunale di Nave si sta interrogando insieme alla Polizia locale per capire se sia il caso di rivedere i segnali verticali e orizzontali che segnalano il senso unico sia su quel tratto di via San Cesario, sia sulla strada di fronte a quest’ultima, cioè via Monteclana (dove si può salire ma non scendere). Ci sono infatti molte persone che non rispettano questi sensi unici con il rischio, a maggior ragione perché entrambe le vie affacciano sulla Provinciale, di creare incidenti.

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