Dalla città ai monti per coltivare frutta e verdura
C’è un angolo di monte, a Ludizzo, dove il cielo sembra talmente vicino che pare di poterlo toccare con mano. Tanto più quando cala il buio e le stelle iniziano a brillare: la voglia di alzarsi in punta di piedi e di catturarle tutte ti fa dimenticare che esistono anni luce di distanza tra te e loro.
La ventottenne Stefania Reali e Simone Frassini, 27 anni, quella distanza sono riusciti a colmarla solo migrando dalla città alla montagna. Bresciana lei, novarese lui, da qualche anno la giovane coppia si prende cura della propria stella: una piccola azienda agricola in espansione dove coltivano piccoli frutti e alcuni tipi di verdura alla quale hanno dato il nome «Cosa tiene accese le stelle», come il titolo del libro che li ha ispirati. I due si sono conosciuti quando erano studenti all’Università della montagna di Edolo: un incontro dal quale, oltre all’amore, è sbocciato ben presto anche il sogno comune di trovare insieme un angolo di terra distante dalla città dove poter coltivare e abitare al contempo.
La scelta è ricaduta su Bovegno quasi per caso: «Abbiamo iniziato la nostra ricerca circa quattro anni fa, quando a momenti non sapevamo dell’esistenza di Bovegno - raccontano -: dopo ore e ore trascorse passando al setaccio le offerte immobiliari, abbiamo individuato in località Ludizzo una struttura con terreno annesso dove c’era tutto quello che cercavamo».
Ancora: «All’epoca avevamo entrambi un lavoro che ci teneva impegnati tutto il giorno, perciò approfittavamo dei week end e dei momenti liberi per fare un salto in quella che all'epoca era una semplice stalla».
L’anno scorso Stefania lascia il lavoro da cassiera per trasferirsi nella nuova casa bovegnese dove trova spazio anche un laboratorio per la smielatura e la produzione di conserve. Anche Simone, pur continuando a lavorare in città, la segue: «Lo stipendio di Simone è una sicurezza, almeno finché non riusciremo a far decollare pienamente l'azienda agricola».
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