Dal Canada al Messico in bici: per il bresciano Bettinsoli oltre 4.400 chilometri per l’Aido

Il 42enne di Bovegno è già in volo per partecipare al Tour Divide: affronterà il più lungo e tortuoso itinerario ciclabile al mondo
La preparazione della bicicletta per l’impresa - © www.giornaledibrescia.it
La preparazione della bicicletta per l’impresa - © www.giornaledibrescia.it
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Quattromilaquattrocento chilometri di fatica e solidarietà, «in favore di chi è meno fortunato di me, che con la bici ho girato il mondo». Per Luca Bettinsoli, classe 1980, valtrumpino di Bovegno, il momento tanto atteso è arrivato.

Dopo due anni di rinvii a causa della pandemia, oggi è in volo su un aereo diretto in Canada per partecipare al Tour Divide, il più lungo e tortuoso itinerario per mountain bike al mondo, che si snoda per 4.418 chilometri sul Continental Divide, quella linea immaginaria che divide il Nord America fra il bacino dei fiumi che sfociano nell’Oceano Atlantico e quelli che sfociano nell’Oceano Pacifico. Dal Canada al Messico, da Roosville a El Berrendo.

«Dopo aver partecipato a competizioni estreme in Finlandia e Alaska - ci racconta Luca nel garage di casa sua, mentre impacchetta la bici - ho deciso di chiudere in bellezza con il Tour Divide, che è la più dura tra questo tipo di competizioni. Io sono tesserato Aido (Associazione italiana per la donazione di organi, ndr) da tanti anni - continua - e ho deciso di legare a questa impresa una raccolta fondi in favore della sezione bresciana dell’associazione».

Luca doveva partire nel giugno del 2020, anno drammatico in cui il mondo intero è stato travolto dal coronavirus. Rinviata la prima partenza, anche l’anno dopo il tour è stato annullato. La buona notizia è che in questi mesi la raccolta fondi è andata avanti. «Eravamo arrivati a cinquemila euro che sono poi diventati diecimila, già consegnati all’associazione - aggiunge Luca -. Adesso l’obiettivo è sensibilizzare più persone possibile sull’importanza della donazione degli organi».

In questi 48 mesi Luca ha continuato ad allenarsi con la sua bici in carbonio, senza ammortizzatori né marce, partendo da casa e percorrendo le sue montagne in lungo e in largo per essere pronto a scalare i 60mila metri di dislivello positivo che lo attendono negli States. «Ho avuto più tempo per affinare la preparazione - afferma - e quella della bici in single speed è una scelta di comodo». Di solito a finire la gara è, infatti, il 10% circa dei partecipanti, in tutto sono in media duecento temerari.

Luca è tesserato Aido da tanti anni: ora ha lanciato una nuova raccolta fondi - © www.giornaledibrescia.it
Luca è tesserato Aido da tanti anni: ora ha lanciato una nuova raccolta fondi - © www.giornaledibrescia.it

E la maggior parte si ferma per problemi alle articolazioni. «Senza marce - sostiene Luca - ascolterò il mio fisico e mi fermerò quando sarà necessario, non continuerò a pedalare scalando qualche rapporto». Sarà una gara in autosufficienza, con sacco a pelo, i vestiti di ricambio e gli attrezzi a bordo. «Il cibo lo acquisterò strada facendo - conclude -. Spero di finire in venti giorni, ma l’importante per me sarà arrivare alla fine e concludere la gara».

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