Cloruro ferrico nel Mella: azienda sequestrata a Lumezzane

L’indagine condotta da Arpa e Carabinieri. nelle stesse ore allarme anche da Cunettone
Loading video...
INQUINAMENTO, SIGILLI A LUMEZZANE
AA

Seimila litri di liquido contenente cloruro ferrico finiti prima nel Gobbia e da qui nel Mella. Un danno ambientale enorme (il cloruro ferrico è un agente nocivo, irritante e altamente corrosivo) che, stando a chi indaga, non è stato causato da uno sversamento accidentale. Tutt’altro. Gli autori avrebbero atteso la pioggia, prima di mettere in atto lo smaltimento illecito nella notte tra sabato e domenica, sperando che il maltempo bastasse a diluire il colore marrone dell’acido cloridrico. Inutilmente.

Gli ufficiali giudiziari dell’Arpa di Brescia con i carabinieri della stazione di Sarezzo e l’aiuto dei tecnici dell’Asvt, l’Azienda servizi Valtrompia, dopo diverse ore sono riusciti a risalire alla fonte. Sotto sequestro è finita la Giorinox Spa, di via San Giovanni Battista a Lumezzane, storica azienda di posateria, fallita nel 2015 e andata all’incanto tre anni più tardi con base d’asta di 2,5 milioni di euro. In eredità, i compratori (del ramo d'azienda e non dei 10mila mq di capannoni), da ieri sotto inchiesta per abbandono di rifiuti e inquinamento ambientale, hanno ricevuto anche dieci cisterne da mille litri ciascuna, colme di un rifiuto liquido marrone, rinvenute dai carabinieri e dagli agenti dell’Arpa, nello scantinato della fabbrica.

Di queste cisterne, sei, col favore della notte sono state in qualche modo svuotate e il contenuto sversato sul piazzale dell’azienda e da lì nella raccolta delle acque meteoriche che porta direttamente nel Gobbia a causa dell’assenza di un depuratore. Non essendoci scoli nel seminterrato dell’azienda, il liquido, è la convinzione di chi indaga, è stato portato in superficie. A tradire gli autori dell’inquinamento è stato il colore di ruggine che, alle prime luci del giorno, presentava l’acqua di Gobbia e Mella. Risalire alla fonte non è stato semplice. Arpa e Carabinieri hanno circoscritto un’area di un chilometro e chiesto l’aiuto dei tecnici dell’Azienda servizi Valtrompia che gestisce il ciclo idrico, e solo dopo circa quattro ore di indagini, sono riusciti a scovare la sorgente dell’inquinamento.

«L’impresa di oggi non è stata semplice – ha detto Fabio Cambielli, direttore dell’Arpa di Brescia, che ha seguito personalmente la vicenda -. Da un fiume inquinato per risalire allo scarico e poi alla causa serve esperienza, determinazione e capacità. É stato fondamentale il lavoro di squadra dei miei tecnici insieme ai Carabinieri di Sarezzo e Asvt. Lo sversamento è stato bloccato e la ditta sequestrata, d’intesa con la Procura». Un lavoro di salvaguardia dell’ambiente costante, senza fine settimana. É di sabato pomeriggio la segnalazione in Arpa arrivata da Cunettone di Salò, della colorazione azzurra con schiuma superficiale di un corso d’acqua. Anche in questo caso, il timore è che lo sversamento sia volontario, per smaltire olii derivanti da lavorazioni meccaniche.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato