Caso Bozzoli: «Per l'esperimento scelto un maiale già morto»
Il maiale che sarà impiegato per simulare cosa sarebbe accaduto se il corpo di Mario Bozzoli, l'imprenditore scomparso l'8 ottobre 2015, fosse stato gettato nel forno della sua azienda, sarà un animale già morto.
È il punto principale dei cinque contenuti nella lettera con cui il presidente del Tribunale di Brescia, Vittorio Masia, ha risposto alla Lav, la Lega anti vivisezione, e nella fattispecie al suo presidente Felicetti, che nei giorni scorsi aveva sollecitato il vertice della struttura giudiziaria di via Lattanzio Gambara a revocare il provvedimento con cui si dava mandato di esecuzione dell'esperimento.
Il magistrato definisce come «destituita di ogni fondamento» la notizia secondo cui nel forno della Fonderia Gonzini di Provaglio d'Iseo domani verrà gettato un maiale vivo. Masia ricorda inoltre che l'animale - come del resto già emerso in aula - che l'animale sarà prelevato tra quelli che quotidianamente vengono conferiti all'Istituto Zooprofilattico prelevati da tutti gli allevamenti perché deceduti e destinati allo smaltimento. La bestia individuata sarà priva di infezioni virali, viene sottolineato nella lettera, affinché non vi possa essere alcuna dispersione pericolosa durante il test.Al fine di evitare problemi allo svolgimento dell'esperimento, conclude Masia, l'animale sarà condotto domattina all'azienda sebina con la cornice di un servizio di ordine pubblico.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato