Caso Bozzoli, l'accusa: Mario Bozzoli ucciso nel forno
Dopo un anno e mezzo di processo durante il quale l’accusa ha portato avanti l’ipotesi che Mario Bozzoli sia stato ucciso all’interno della sua fonderia di Marcheno dal nipote Giacomo Bozzoli, e poi portato fuori dall’azienda dallo stesso nipote sulla sua auto e abbandonato dove non è mai stato trovato, oggi in aula il pubblico ministero Silvio Bonfigli ha modificato il capo di imputazione aggiungendo l’alternativa: ovvero la possibilità che Mario Bozzoli sia stato ucciso dentro il forno della sua fonderia a Marcheno la sera dell’8 ottobre 2015. Quella cioè che è stata l’ipotesi iniziale.
Secondo l'accusa, Giacomo Bozzoli è accusato di omicidio e occultamento di cadavere «per avere distrutto o comunque soppresso il cadavere di Bozzoli Mario adagiandolo, anche avvalendosi della collaborazione di terze persone, sulla superficie di un bagno di metallo fuso nel forno grande della fonderia Bozzoli srl sino a ottenerne la carbonizzazione e l’incenerimento, ovvero trasportandolo fuori dallo stabilimento della Bozzoli srl e facendone perdere definitivamente le tracce».
La modifica del pm arriva dopo che stamattina in aula il medico legale Camilla Tettamanti, nominata perito dalla Corte d’Assise di Brescia nel processo a carico di Giacomo Bozzoli, ha detto che «per arrivare alla distruzione completa del cadavere di Mario Bozzoli nel forno, ci sarebbero volute poche ore».
Con la modifica del capo di imputazione il presidente della Corte d’Assise Roberto Spanó ha riaggiornato il processo all'udienza dell'8 settembre, che chiuderà il dibattimento. Poi la discussione il 28 settembre, con sentenza prevista tra il 29 e il 30 settembre.
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