Caso Bozzoli, il cerchio stretto attorno a quei «cinque»

Quattro avvisi di garanzia per omicidio. Che sarebbero stati cinque se Giuseppe Ghirardini non fosse morto
CASO BOZZOLI: I QUATTRO INDAGATI PRESTO SARANNO INTERROGATI
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Si è stretto attorno alle persone che per ultime videro Mario Bozzoli in vita, la sera di quell'8 ottobre dei misteri, il cerchio degli investigatori. Quattro gli avvisi di garanzia notificati, dopo una serie di perquisizioni nelle prime ore di venerdì, ai due nipoti dell'imprenditore scomparso, Alex e Giacomo Bozzoli, e a due dei tre operai che erano nella fonderia di Marcheno la sera che ha inghiottito il 50enne senza renderne più traccia: si tratta di Oscar Maggi e Akwasi Aboagye, per tutti Abu.

Il quinto nome sulla lista degli inquirenti è stato depennato per la sopraggiunta morte dell'interessato: è quello di Giuseppe Ghirardini, l'operaio rinvenuto cadavere a Case di Viso, sopra Ponte di Legno non senza un ulteriore alone di mistero, che - si apprende da fonti investigative - sarebbe stato toccato dagli stessi sospetti se non fosse deceduto.

I quattro, indagati per omicidio volontario e distruzione di cadavere, sono a piede libero: non sono emersi, infatti, sino ad ora gravi indizi di colpevolezza che giustifichino la richiesta e l'emissione di un provvedimento cautelare a loro carico. Ma tanto è bastato per imprimere una svolta alle indagini sul mistero fitto di Marcheno, in una delle inchieste che viene definita dal capo della Procura, Tommaso Buonanno, una delle più difficili della sua carriera.

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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