Caso Bozzoli: cosa disse l'operaio su quella sera

I difensori degli indagati studiano 10mila pagine di atti, ora pubblici
L'esterno della Bozzoli - Foto © www.giornaledibrescia.it
L'esterno della Bozzoli - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Quattro anni di indagine in diecimila pagine di atti. Dodici faldoni di materiale ora nelle mani dei difensori dei quattro indagati per il caso di Mario Bozzoli. Il delitto dell'imprenditore di Marcheno svanito nel nulla l'otto ottobre 2015 all'interno della fonderia che gestiva con il fratello Adelio.

Dopo 1345 giorni i quattro indagati possono sapere su quali basi si formulano le contestazioni degli inquirenti che accusano di omicidio volontario premediato Alex e Giacomo Bozzoli e di favoreggiamento, per non aver detto tutto quanto sapevano, gli operai Oscar Maggi e il senegalese Abu.

Sulla notte della scomparsa di Mario Bozzoli, Maggi raccontò la sua versione dei fatti. Ecco cosa disse nell'interrogatorio ai carabinieri del 22 dicembre 2015.

«Verso le 20 dalla scala alle spalle dei forni è entrato Giacomo Bozzoli e mi dice di fare una colata di "Bral commerciale". Io gli rispondo che avrei eseguito il suo ordine appena terminato di produrre l’Atd» spiega Mggi che poi aggiunge. «Giacomo è quindi uscito dalla stessa porta. Circa un minuto dopo si è presentato da me Alex Bozzoli e mi ordina di non fare quello che mi aveva appena detto Giacomo, ma di continuare con la produzione che stavo facendo perchè era necessario ed urgente per effettuare una consegna. Dopo questa occasione - prosegue l'operaio - non ho più rivisto Alex e Giacomo all’interno dell’azienda». Poi un altro particolare. «Alle 20.45 avevo provato a chiamare Mario per alcune precisazioni sull’ analisi del ferro, ma il suo telefono non squillava e risultava non raggiugibile». Mario Bozzoli in quel momento era già svanito nel nulla.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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