Bozzoli bis: ora si indaga su due operazioni sospette
Tra le migliaia di operazioni sospette segnalate in Lombardia nella seconda parte del 2015 due sarebbero riconducibili agli affari della Bozzoli di Marcheno. Non per quanto riguarda il mittente ed il destinatario del movimento bancario, ma nelle maglie della transazione sarebbero stati individuati soggetti legati alla fonderia del mistero. E alla scomparsa di Mario Bozzoli.
Si guarda oltre il confine nazionale, con la Guardia di Finanza al lavoro per scomporre le eventuali triangolazioni monetarie e certificarne la provenienza. È stato uno degli argomenti affrontati nel corso di un maxi vertice che si è tenuto per tre ore negli uffici della Procura generale che da dieci giorni ha avocato l’inchiesta sulla sparizione dell’imprenditore svanito nel nulla l’8 ottobre 2015. Allo stesso tavolo dall’ora di pranzo al primo pomeriggio, il procuratore generale Dell’Osso, i sostituti Martani e Bonfigli, poi i vertici locali dei carabinieri, quelli dei Ris di Parma, e dei Ros. E tutti i consulenti impegnati sul giallo di Marcheno. Compresa l’anatomopatologa Cristina Cattaneo, al lavoro da due anni e mezzo sulle scorie dei forni dell’azienda valtrumplina.
È stata l’occasione per una valutazione complessiva sulle indagini tecnico scientifiche. Non è stata trovata una sola traccia riconducibile a Mario Bozzoli, questo è un dato ormai agli atti dell’inchiesta. Tanto della prima, condotta dalla Procura, quanto in quella odierna. Ma l’attività dei forni dall’8 al 13 ottobre, serata in cui la fabbrica venne posta sotto sequestro, resta al centro dell’attenzione nonostante centinaia e centinaia di tamponi effettuati abbiano dato esito negativo. I consulenti tecnici avrebbero idee differenti sulla possibile fine di Mario Bozzoli e Cristina Cattaneo depositerà la sua relazione finale, con diverse ipotesi, la prossima settimana.
Nel corso del lungo vertice sarebbe stato affrontato anche il tema relativo ai due camion partiti dalla fonderia all’alba del 9 ottobre. Meno di dodici ore dopo la scomparsa dell’imprenditore socio al 50%. Si tratterebbe di un camion di piccole dimensioni e di un tir della Bozzoli, guidato da un dipendente della stessa fonderia e caricato in serata. Al vaglio il percorso compiuto, il destinatario della merce e soprattutto l’esito e le modalità dei controlli effettuati a bordo dai carabinieri che a quell’ora erano già presenti nella fabbrica del mistero. E hanno dato il via libera.
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