Bovezzo studia una vasca volano per attutire le bombe d’acqua
I repentini cambiamenti climatici degli ultimi anni e le spesso gravi conseguenze che ne derivano hanno reso l’espressione «bomba d’acqua» parte del vocabolario comune. Tutt’altro che comune, invece, è la mole di lavoro da mettere in campo quando la furia di certi eventi colpisce un territorio, per impedire conseguenze disastrose o, peggio, per rimediare a danni spesso ingentissimi.
A Bovezzo l’Amministrazione comunale guidata da Sara Ghidoni sta portando avanti una massiccia operazione con l’obiettivo di mettere al sicuro il paese in occasione dei temutissimi acquazzoni. Il Comune valtrumplino ha di recente ricevuto un contributo di 990mila euro per realizzare una vasca volano all’interno della quale andranno ad accumularsi, qualora si verificassero ondate di piena, le acque meteoriche. Una volta raccolte, le acque vengono poi rilasciate progressivamente e con una portata idraulica molto più bassa, affinché si scarichino nei corsi superficiali come fossi, torrenti e fiumi.
«Stiamo ragionando sulla tipologia di intervento da mettere in campo - spiega l’assessore ai Lavori pubblici Antonio Bazzani -: siamo affiancati da professionisti insieme ai quali, nel corso del 2022, andremo a definire la progettazione, alla quale daremo corso nel 2023». In un primo momento Bazzani aveva indicato il parco urbano come ipotetico luogo in cui costruire la vasca di laminazione. «Non abbiamo ancora sicurezze in merito al punto in cui sarà realizzata - precisa l’assessore -. L’unica certezza è che garantiremo a pieno la fruibilità dello spazio che individueremo: la vasca sarà interrata, per capirci, e lo spazio soprastante rimarrà utilizzabile sulla scorta della vasca volano di Nave».
In attesa di questo intervento risolutivo, sempre in un’ottica preventiva, l’Amministrazione comunale sta dando seguito a svariati altri interventi. Uno di questi ha riguardato la videoispezione, tramite un robot sceso tre metri sotto terra, dell’acquedotto romano Celato. «Dato che, quando piove molto, capita che cantine e garage di via Collodi si allaghino, pensavamo che l’antico manufatto fosse stato sfondato, magari da radici - spiega Bazzani -. Invece l’ispezione ha mostrato che è conservato in perfetto stato: probabilmente a creare problemi è una occlusione di natura stalattitica, sulla quale interverremo».
Per avere un’idea puntuale di qual è lo stato dell’arte dell’intero reticolo idrico minore di Bovezzo, infine, «stiamo eseguendo, insieme alla Comunità montana, un intervento di monitoraggio con videoispezioni su tutti gli accessi e abbiamo messo in campo anche verifiche e interventi di potenziamento dei pozzetti sul canale della Marchesina» conclude il sindaco Sara Ghidoni.
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