Baggio a sorpresa in visita all’ospedale di Gardone Valtrompia

Nel pomeriggio il Divin Codino si è recato senza prevviso negli ambulatori intitolati alla moglie dell’amico Mario e in alcuni reparti
Roberto Baggio e Mario Mari insieme all’ospedale di Gardone Valtrompia © www.giornaledibrescia.it
Roberto Baggio e Mario Mari insieme all’ospedale di Gardone Valtrompia © www.giornaledibrescia.it
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Qualcuno ieri pomeriggio si è stropicciato gli occhi più di una volta prima di realizzare che il suo non era uno strambo scherzo dell’immaginazione. Poi la stessa, insistente domanda ha iniziato a saettare tra le camere e i corridoi: «Cosa ci fa Roberto Baggio all’ospedale di Gardone Vt?».

La risposta è più semplice di quella che tanti possono aver formulato e ha a che fare con qualcuno che al presidio ospedaliero gardonese è profondamente legato. «Io e Roberto siamo amici da tanto tempo e, siccome ogni tanto capita che venga a farmi visita a casa, stavolta abbiamo fatto un salto in ospedale perché volevo mostrargli gli ambulatori di Oftalmologia intitolati a mia moglie Ornella Basso e alcune altre targhe di Valtrompiacuore presenti nella struttura» svela Mario Mari, presidente di Valtrompiacuore.

Il sodalizio triumplino nato con l’obiettivo di sensibilizzare le persone in materia di malattie cardiovascolari, da anni sostiene l’ospedale di Gardone e anche il Civile di Brescia collaborando per nuovi progetti e donando macchinari all’avanguardia per garantire una crescente tutela della salute delle persone.

La toccata e fuga del Divin codino che ancora oggi fa battere i cuori dei tifosi, bresciani e non, è stata tenuta in gran segreto fino all’ultimo: «Si è trattato di un semplice favore che ha voluto farmi in amicizia - spiega Mari -: né lui né io volevamo che ci fosse clamore attorno alla cosa».

Nessuno sapeva, ma è bastato che qualcuno si accorgesse della sorpresa perché si scatenasse l’entusiasmo generale: sebbene Baggio non sia un amante dei riflettori, qualche scatto con i pazienti è scappato.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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