Autostrada della Valtrompia, a Codolazza rispunta l’acquedotto romano

Il manufatto sarà smontato e conservato per poi essere riassemblato una volta ultimata la costruzione galleria
Il tratto di acquedotto romano riemerso nel cantiere al confine tra Villa Carcina e Concesio - © www.giornaledibrescia.it
Il tratto di acquedotto romano riemerso nel cantiere al confine tra Villa Carcina e Concesio - © www.giornaledibrescia.it
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La sua presenza era nota e il progetto ne ha tenuto conto, variando ad esempio quanto previsto nel 2006. Ma il tratto di acquedotto romano che attraversa la Valtrompia è rispuntato in tutto il suo fascino a Codolazza, al confine tra Villa Carcina e Concesio, dove è allestito il campo base per il raccordo autostradale di valle e dove è previsto l’imbocco della lunga galleria che porterà a Sarezzo e Lumezzane.

Tracce dell’acquedotto romano si trovano anche in altri punti del tracciato. La relazione archeologica segnala alcuni resti a San Vigilio di Concesio o a Sarezzo (località Pendeza). Ma la «segnalazione» più importante è in via Maravagne, a Codolazza. Qui c’è un lungo tratto ben conservato, il che rende il manufatto ancora più prezioso. Una struttura alta un paio di metri che corre quasi parallela alla statale a forma di «Z» allungata.

L’operazione

In questi anni si è studiato come conservare l’acquedotto senza bloccare la realizzazione della bretella autostradale Concesio-Sarezzo. Alla fine, l’interlocuzione tra Anas, Sovrintendenza ed enti locali ha portato alla decisione di smontare l’antico manufatto durante i cantieri per rimontarlo una volta ultimata la galleria. L’acquedotto, va detto, si muove a una quota più alta rispetto al tunnel che sarà scavato sotto la statale 345.

Il problema sono gli interventi di consolidamento e di scavo della galleria, che potrebbero danneggiare la struttura romana. Così il progetto prevede «la rimozione temporanea» di una parte dell’acquedotto, lunga una cinquantina di metri. L’acquedotto sarà sezionato in blocchi che saranno poi smontati e conservati in un’area vicino al cantiere. Una volta ultimata la galleria, l’acquedotto dovrebbe essere riassemblato sopra i «conci» del nuovo tunnel, riprendendo l’attuale posizione.

Un’operazione delicata in capo ad Anas e affidata a un’impresa specializzata, monitorata passo passo dalla Sovrintendenza. Resta da capire se una porzione dell’antico acquedotto potrà restare visibile. Si vedrà.

Tempi

Di certo, spiega il presidente della Comunità montana Massimo Ottelli, il veder l’acquedotto riemerso nella sua interezza è «una scoperta eccezionale, di straordinaria importanza. L’ingegneria idraulica dell’epoca romana ci restituisce un manufatto veramente unico». Lo smontaggio, già avviato, dovrebbe concludersi a fine estate in modo che ad ottobre l’area possa essere consegnata all’impresa Salc del gruppo Salino per l’avvio vero e proprio dei lavori del raccordo autostradale. Nonostante il cantiere dell’autostada sia stato avviato da oltre un anno, molte aree sono ancora alle prese con lo spostamento di reperti o sottoservizi. E i tempo per la realizzazione dell’opera continuano a slittare.

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