Arriva l'airone, per i pesci rossi del laghetto non c'è scampo
Un famelico airone cinerino, solitario nell’aria umida, fuori rotta, se almeno si pensa che in Valgobbia brontola sì un torrente, ma quanto a pesci sarebbe come cercare un igloo nel Sahara. Eppure l’airone, vista periscopica nel maculato (di nuvole) cielo di Sant’Apollonio, a Lumezzane, scorge il microscopico laghetto al centro del giardino d’una casa tra le case, per di più nascosta da un capannone e vigilata da tre aggrondati cipressi. Insomma, uno specchietto d’acqua... invisibile.
Non per l’airone che si precipita in picchiata e con l’urgenza da stomaco in subbuglio, si becca la ventina di pesci rossi che s’accingevano a sgranare l’ennesima giornata in placido nuoto nell’angusto laghetto. I proprietari della casa, Maria e Giambattista, ancora nella beatitudine dell’ultimo sonno mattutino, vengono svegliati dalla concitata vicina al... grido: «È venuta una cicogna e ha mangiato tutti i pesci!». L’airone cinerino era già alto nell’azzurro batuffolato di nuvole svogliate, forte della sua giustificazione naturale: «Devo pur mangiare anch’io!». A conferma della (inquietante) regola: «Mors tua, vita mea».
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