Addio all’ultimo sarto di Lumezzane

A 85 anni è morto Guido Angoli, dal 1952 attivo nel suo atelier valgobbino
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Se n’è andato quietamente l’ultimo sarto di Lumezzane, Guido Angoli, alla soglia degli 85 anni, ancora intento a ritagliare per se stesso quello che è divenuto l’ultimo abito di lana leggera come cirro, significativamente collocato accanto al feretro, opera incompiuta. Lunga la processione dei molti che hanno indossato le sue confezioni nel corso di oltre sessant’anni di forbici ed ago, ininterrotto omaggio all’eleganza maschile, apprezzata, ricercata.

Guido, così per tutti, era anche... vetrina di se stesso, del suo lavoro, senza mai cedere ad un solo moto di sciatteria, sempre elegantissimo, giacca, cravatta, o abito intero, fosse per un caffè o un aperitivo con gli amici o al lavoro nel suo atelier, a due passi da piazza Portegaia, tra numerosi vasi di piante che amava tenere. La moglie Giulia, le figlie Alida, Adriana e Armanda in sereno rimpianto tra mille strette di mano e abbracci commoventi, segno dell’apprezzamento per un uomo mite, sarto innamorato del proprio lavoro, portatore, negli Anni ’50, d’un’inedita ventata d’eleganza, con le prime giacche a spacchi, e le più raffinate stoffe.

Così da quando aveva appreso l’arte della sartoria dal rinomato maestro De Sanctis, con atelier in corso Zanardelli, di fronte al Teatro Grande. Erano tempi in cui l’abito su misura dava la... misura dello status di chi lo indossava. Guido veniva dalla natia Castrezzato a Brescia in bicicletta. Poi, l’avventura, nel 1952, della salita a Lumezzane. E fu grande successo, tanto che l’atelier di Angoli contava cinque dipendenti. Ora l’addio, o l’arrivederci. E chissà che anche Lassù qualche cherubino «vanitoso» non lo rimetta all’opera.

Egidio Bonomi

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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