Accoltellata dai fratelli minori nel sonno, si cerca il movente

Polaveno sotto choc per il brutale agguato dei due adolescenti armati di ascia e coltello ai danni della sorella
Via vai di mezzi di carabinieri a Polavano © www.giornaledibrescia.it
Via vai di mezzi di carabinieri a Polavano © www.giornaledibrescia.it
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L'hanno aggredita mentre dormiva, nella sua stanza. Con un'ascia e un coltellaccio da cucina. Sangue del loro stesso sangue, la mano di due fratelli minorenni armata contro la sorella di pochi anni più grande. Hanno mirato al bersaglio grosso, menando fendenti al collo, al punto da imporre due interventi chirurgici per rimediare agli effetti incrociati delle lame.

Una brutalità che lascia sotto choc la piccola comunità di Polaveno, 2.500 abitanti, famiglie che si conoscono tra loro e condividono gioie e dolori. Uno strazio - che solo per caso non è finito con un cadavere: la giovane non è in pericolo di vita, ma il bilancio della notte di tremenda violenza resta pesantissimo.

Una ragazza ricoverata in ospedale, due adolescenti - uno dei quali pure piantonato in corsia, in attesa di essere operato alla mano che si è ferito nel corso dell'agguato - che devono rispondere di tentato omicidio aggravato dai futili motivi e dai legami di parentela. E due genitori risucchiati in un incubo. Iniziato nel cuore della notte tra venerdì e sabato, quando a destarli dal sonno sono state proprio le urla dei due fratelli armati, che abbandonata la casa hanno cercato la fuga a piedi, verso Ponte Zanano, là dove li hanno intercettati e bloccati i Carabinieri.

Entrambi i giovanissimi accusati sono incensurati. In paese li definiscono «ragazzi vivaci», nulla più. Il sindaco Valentina Boniotti interpreta il sentimento comune definendosi sotto choc. E l'incredulità si fa strada tra le piccole frazioni del borgo arroccato tra Valtrompia e lago d'Iseo, dove ieri è stato un via vai di mezzi dei Carabinieri e dove hanno fatto la loro comparsa le tute bianche della Scientifica.

La domanda che serpeggia in paese, quando si è superato il rifiuto di accettare per vero quel che è accaduto, è «perché?». Ma sul movente neppure il lungo interrogatorio nel corso del quale i due ragazzi hanno risposto agli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore per i minorenni Maria Cristina Bonomo, ha consentito di fare chiarezza.

A meno di 24 ore dal delitto, uno dei due giovani stanotte trascorrerà la sua prima notte nel carcere minorile Meucci di Firenze, l'altro lo seguirà dopo l'intervento chirurgico che lo attende. Il tutto mentre una ragazza in un letto d'ospedale aspetta che si rimedi alle ferite inferte da due lame levate per uccidere dai suoi fratelli. Gli stessi con cui ha condiviso infanzia, giochi, l'intimità familiare, forse persino un po' di complicità. Le cicatrici più difficili da lenire, certo, resteranno quelle dell'anima.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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