A Gardone S. Bartolomeo torna a splendere come voleva Sabatti

Concluso il restauro che ha visto tra i suoi promotori lo storico scomparso da poco
I risultati dell’operazione: prima e dopo - © www.giornaledibrescia.it
I risultati dell’operazione: prima e dopo - © www.giornaledibrescia.it
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Il nome di Carlo Sabatti, storico e insegnante valtriumplino scomparso una settimana fa, è stato citato diverse volte nel corso della presentazione degli ultimati lavori di restauro conservativo del santuario San Bartolomeo di Magno.

Fu lui, nel 2019, a dare vita al progetto insieme all’ingegner Sandro Guerrini. I due coinvolsero l’associazione Valtrompia Storica presieduta da Armando Signorini, alla quale il Comune di Gardone (proprietario dell’edificio) affidò tramite un accordo le opere di restauro dei dipinti murali, appartenenti allo Scalvini, del santuario custodito dagli alpini di Gardone.

«L’intervento ha puntato a garantire la conservazione di questa importante testimonianza artistica - spiega Signorini -, che documenta la sensibilità e la cultura delle popolazioni della montagna». Nell’aprile del 2019 la Soprintendenza ha approvato le opere di restauro,suddivise in due lotti, delle pareti interne ed esterne e dei portali in pietra del santuario civico secondo le modalità proposte dal restauratore bresciano Romeo Seccamani in collaborazione con l’ingegner Guerrini.

La facciata del santuario di San Bartolomeo - © www.giornaledibrescia.it
La facciata del santuario di San Bartolomeo - © www.giornaledibrescia.it

L’operazione, che ha visto anche l’intervento di un elicottero per portare l’occorrente in quota, è costata complessivamente circa 62mila euro. Venticinquemila euro sono stati donati da Eleonora Noretta Miselli, altri 10mila sono frutto di un contributo della Comunità montana ai quali si sommano 2.500 euro da parte della ditta Tavana e 11mila euro del Comitato Restauri di San Bartolomeo di Magno presieduto da Carlo Sabatti. Hanno contribuito anche il Comune di Bovegno, la Cassa Padana e Fly global service.

Un altro contributo di 10mila euro è arrivato dalla Regione tramite il progetto «Geometrie di Valle: per un piano integrato della cultura in Valle Trompia» (di cui la Comunità montana è capofila) e «grazie al quale è stato possibile restituire degli interessanti dipinti murali alla comunità - osserva l’assessore alla Cultura dell’ente comprensoriale Ivonne Valcamonico -, segno di come il santuario rappresenti un importante tassello della storia valtriumplina».

San Bartolomeo fa parte della Via del Sacro e dell’Arte, «un ideale percorso composto da un intreccio di segni materiali e immateriali riguardanti luoghi e vicende della storia religiosa, interpretate nelle realtà civiche locale» spiega Francesca Lucchini, coordinatrice del Sistema Museale e dell’Ecomuseo di Valle Trompia. Ora Valtrompia Storica è a caccia di risorse per mettere mano alla facciata esterna dell’edificio. 

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