A Bovezzo un team di esperti si calerà nell'acquedotto romano
A Bovezzo inizierà a giorni l’operazione di disostruzione di alcuni tratti dell’acquedotto romano, che vedrà personale specializzato calarsi all’interno del manufatto per ripulirlo dai detriti. L’accumulo negli anni di questi frammenti ha generato ostruzioni che, quando si verificano le cosiddette «bombe d’acqua», causano allagamenti nella zona compresa tra le vie Leopardi, Collodi e Dante.
Piano anti-allagamenti
Nell’ambito di un più ampio progetto (all’interno del quale rientra anche la realizzazione di una vasca volano al Parco 2 aprile) finalizzato alla messa in sicurezza dell’intero paese in occasione di fenomeni meteorologici eccezionali, l’Amministrazione guidata da Sara Ghidoni ha studiato un piano per risolvere anche la situazione degli allagamenti della zona che sta, per intenderci, nei dintorni della scuola media «e interessa soprattutto aree di privati», specificano il primo cittadino e l’assessore ai Lavori pubblici Antonio Bazzani. Lo scorso luglio alcuni operatori di Brescia Underground sono scesi all’interno dell’acquedotto per effettuare delle videoispezioni, al termine delle quali è stato possibile capire che il problema era dato dall’accumulo di detriti che in alcuni punti impediscono il passaggio dell’acqua quando si verificano acquazzoni di una certa portata.
«Essendo un reperto archeologico di grande rilievo, tra le nostre priorità c’era l’aver estrema cura del manufatto nell’esecuzione della sua pulizia», spiega Ghidoni. Gli uffici municipali, di comune accordo con la Soprintendenza e un archeologo, hanno perciò messo nero su bianco un progetto che tenesse conto della valenza storica e architettonica dell’acquedotto d’epoca romana che parte da Lumezzane e raggiunge i piedi del Cidneo attraversando Bovezzo per un centinaio di metri.
Chi svolge i lavori
Ad aggiudicarsi la gara è stata la ditta Covesa Coating di Breno, che ha presentato un preventivo offrendo uno sconto a base d’asta del 16%. L’intervento avrà un costo di poco inferiore ai 53mila euro, cui vanno aggiunti altri 17.500 euro di oneri per la sicurezza «che sono notevoli perché si tratta di un lavoro molto delicato - spiega Bazzani -: i professionisti si caleranno attraverso i pozzetti all’interno del manufatto con una imbracatura e dovranno lavorare in spazi confinati». Nel frattempo il Consorzio confederazione del Mella, che utilizza le acque del Celato (il rio che scorre all’interno dell’acquedotto) per irrigare i campi, chiuderà le paratie per evitare che sopraggiunga acqua durante i lavori.
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