A 19 anni Sofia è «paladina» dei migranti

Sofia Nicolini ha incentrato la sua tesina di maturità sull'accoglienza e ora sogna di lavorare all’Onu
A 19 anni Sofia è «paladina» dei migranti - © www.giornaledibrescia.it
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Una dose di empatia straordinaria le impedisce di chiudere gli occhi o di respingere i drammi di coloro che per le più svariate ragioni lasciano casa e migrano alla ricerca di una vita migliore.

«Sul tema dell’immigrazione ci sono tante opinioni, ma la verità è che basta essere umani per capire che tutti hanno il sacrosanto diritto di partire e lasciarsi alle spalle i drammi spesso immensi vissuti nei paesi di origine per mettersi sulle tracce della dignità e della felicità».

Così la pensa Sofia Nicolini, diciannovenne di Brione diplomatasi al liceo delle Scienze umane di Gardone con una tesina incentrata sul tema delle recenti migrazioni: è stata chiamata e esporre il suo lavoro in occasione dell’incontro «Sconfiniamo - Culture in movimento», organizzato alla biblioteca di Marcheno dalla cooperativa Il Mosaico in collaborazione con la Comunità montana e il Comune di Marcheno. Questionari.

La giovane, oggi studentessa universitaria di Scienze politiche a Milano, sogna di entrare a far parte dell’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr). Ecco perché già a partire dalla prova finale sostenuta al liceo ha approfondito la questione dei richiedenti asilo e dei rifugiati.

Per farlo ha svolto un’indagine tramite questionari anonimi su un piccolo campione triumplino di abitanti e di richiedenti asilo (ospitati tramite il sistema Sprar), che oggi ammontano a 95 suddivisi, secondo il concetto della microaccoglienza, nei 10 comuni di Pezzaze, Lodrino, Tavernole, Marcheno, Gardone, Sarezzo, Lumezzane, Concesio, Nave, Caino e Bovezzo.

Risultati. «Una parte delle persone intervistate si è espressa a favore dell’accoglienza - spiega Sofia -, mentre un’altra no: questo, secondo me, dipende in gran parte dagli ideali politici radicati qui». La pensa come lei anche Alberto Peli, coordinatore dello Sprar per Il Mosaico, che nell’ambito del suo intervento per «Sconfiniamo» ha definito la Valtrompia «una terra non docile dal punto di vista dell’accoglienza».

Più ottimisti, invece, la vicesindaco di Marcheno Elena Guerini e la vicepresidente di Comunità montana Clara Ricci: «La Valle ha intrapreso tre anni fa un percorso non facile - hanno spiegato - ma la microaccoglienza sta dando ottimi frutti anche grazie alle azioni culturali che abbiamo intrapreso».

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