Youbi, il 25enne espulso: dai selfie all'occidentale alla jihad
Un ragazzo alla moda. Con jeans, giubbino firmato, scarpe di tendenza e occhiali da sole. In pose da modello, di quelle che i ragazzi sfoggiano nei selfie. All'occidentale, insomma. Con atteggiamenti definiti «arroganti e antisociali». Così fino al 2013.
Poi un radicale - è il caso di dirlo - cambiamento: quello che trasforma Mohammed Zakariae Youbi in un giovane che veste solo abiti tradizionali, che si fa ritrarre in pose che rimandano al culto e che posta frasi del calibro: «Dobbiamo far sì che questa testimonianza sia nei nostri cuori... Avere timore di Allah ed evitare ogni dubbio per arrivare alla vittoria di bi idnillah, in questa vita e nell'altra».
Il profilo Facebook del 25enne marocchino di Vobarno, dove risiedeva dal 1996, è lo specchio del suo cambiamento, intercorso, secondo i carabinieri del Ros che lo hanno passato alla lente attorno al 2014.
A lui gli investigatori dell'antiterrorismo sono giunti partendo da Anas El Abboubi, il foreign fighter della Valsabbia, inghiottito dal silenzio in Siria. Della ditta di trasporti del padre di quest'ultimo, Youbi è stato addirittura dipendente.
Nella sua figura, i carabinieri hanno rintracciato «marcatori salienti» che hanno caratterizzato anche il profilo degli autori di recenti attentati di matrice jihadista occorsi in Europa, ossia: «condizioni economiche difficili in cui versano i soggetti e le loro famiglie; difficoltà di integrazione e mansioni lavorative umili; l’esistenza di piccoli pregiudizi penali; l’assenza di forme culturali che esulino dall’ambito religioso-musulmano; la frequentazione di luoghi di preghiera e l’utilizzo costante di piattaforme internet, con lo scopo apparente di approfondire in modo autodidatta le proprie conoscenze religiose; ristrette relazioni sociali».
Anche di qui la decisione del Viminale di disporne l'espulsione. E il suo immediato ritorno in Marocco.
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