Vobarno, l'arrestato si difende: «Dritan si è infilzato da solo»
«Si è infilzato con il coltello che aveva con sé, io non l’ho colpito». Si è difeso così Laert Kumaraku, 30enne accusato dell’omicidio del cognato Dritan Mali, il 37enne albanese ucciso in casa venerdì a Vobarno. La ricostruzione è quella fornita dall'arrestato agli inquirenti al momento dell’arresto; tesi che ripeterà anche nel corso dell’interrogatorio davanti al gip.
Laert Kumaraku ha descritto il cognato come un padre padrone che spesso alzava le mani sulla moglie. E così sarebbe successo anche venerdì; la donna sarebbe stata presa a schiaffi, poi il marito le avrebbe anche scagliato addosso un bicchiere.
E’ in questo momento che entra in scena il cognato che prende le difese della donna e minaccia: “Se non la smetti chiamo i carabinieri”.
Tra i due cognati è iniziata così una lite; lo scontro corpo a corpo iniziato in cucina è proseguito sul divano della sala, poi a terra fino alla coltellata. Secondo i carabinieri sferrata al cuore da Laert Kumaraku, che però si difende. “Non ho visto coltelli, Dritan è morto infilzato da una lama che aveva con sé”.
Ora la parola spetta ai medici legali. L’autopsia sul corpo della vittima potrà dare utili indicazioni per ricostruire la dinamica dei fatti.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato