Valsabbia

Via Campi, avanti con la vendita del parcheggio

Bocciata in Consiglio la mozione presentata dalla minoranza, ma c’è l’ombra del ricorso
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Parcheggio di via Campi Grandi, la Giunta va avanti. Respinta l’altra sera in Consiglio una mozione della minoranza di «Nuovo Progetto Prevalle», che chiedeva l’annullamento del bando di vendita. La decisione di cedere una porzione del parcheggio, sito nella zona industriale del paese, modificandone la destinazione - così da consentire di realizzare, nell’area, un nuovo insediamento produttivo -, risale all’autunno del 2015 ed è stata accompagnata da più di un’obiezione, specie da parte delle aziende limitrofe.

A poche settimane dall’asta (in programma il 24 febbraio, prezzo base 278mila euro), della questione si è occupato, come si diceva, il Consiglio comunale. «Una scelta infelice - ha stigmatizzato il consigliere di minoranza Pieralberto Pelizzari, - portatrice di disagi per tutto il comparto produttivo della zona. Ad aumentare le proteste è la mancanza di una concreta necessità degli introiti della vendita a fronte del danno economico per le aziende. Se inizialmente l’alienazione veniva giustificata con l’urgenza di reperire risorse per l’ampliamento del plesso scolastico, non dobbiamo dimenticare che in seguito l’intervento è stato parecchio ridimensionato, ridotto all’edificazione della sola aula mensa, oltre che già finanziato con un mutuo».

«Da un’attenta verifica - è stata la risposta degli amministratori - risulta che il parcheggio in questione è sottoutilizzato. Spesso i posti auto disponibili sono vuoti, quindi non è un servizio primario. L’introito dell’alienazione permetterà la realizzazione di strutture a beneficio dell’intera comunità. Quali, lo vedremo. Se non sarà possibile destinare quel danaro all’ampliamento del plesso scolastico, lo impiegheremo per alleggerire il mutuo acceso per la mensa, o per altre opere».
La mozione di «Nuovo Progetto Prevalle» è stata bocciata con il voto compatto della maggioranza. La questione sembra tuttavia lontana dal concludersi. Sono una decina, infatti, gli imprenditori che, dopo aver avanzato ricorso al Tar, si dichiarano oggi pronti a invocare la sospensiva dell’atto. 

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